Con un giro di affari di circa 260 milioni di euro nel 2022 (+10%), 1.500 soci e 4mila ettari vitati, Cantine Riunite & Civ si pone diversi obiettivi per il 2023. Alle spalle, intanto, si lascia un anno positivo, posizionandosi sul podio come la più grande realtà vitivinicola italiana per fatturato, se si comprende anche Gruppo Italiano Vini e le società estere di distribuzione, come la francese Carniato e la statunitense Frederick Wildman & Sons. Secondo le stime insieme hanno raggiunto circa 700 milioni di euro.
Le sfide, tuttavia, non mancano. “La difficoltà principale da affrontare è legata ai materiali di confezionamento, sia in termini di aumento dei costi che in termini di reperibilità”, ha dichiarato Francesca Benini, sales and marketing director di Cantine Riunite & Civ a Pambianco Wine & Food. “Se a fine 2022 eravamo convinti che questi problemi si sarebbero arrestati, così non è stato. A febbraio, infatti, abbiamo incontrato diverse difficoltà con il vetro: lo scorso anno abbiamo venduto 140 milioni di bottiglie e alle vetrerie per i prossimi ordini abbiamo fatto una stima previsionale analoga, ma la risposta è stata di forte tensione per riuscire a reperire i materiali e su questo fattore navighiamo a vista”.
In generale, secondo Benini, i rischi futuri sono legati ai costi di materiali. “Lo scorso anno sia come Cantine Riunite che come Gruppo Italiano Vini non abbiamo riversato sul mercato l’aumento dei costi che abbiamo subito, perché eravamo convinti che in pochi mesi si sarebbero riassorbiti e questo ha penalizzato la nostra marginalità”. Di conseguenza le previsioni in termini di outlook per questo anno “sono dettate dall’incertezza e la cosa più importante da fare è monitorare attentamente il mercato”.
Uno dei principali progetti del gruppo per il 2023 è la gestione del brand Cavicchioli, acquisito da Cantine Riunite & Civ nel 2010, poi dato in gestione a Gruppo Italiano Vini fino al 2022 e infine riportato nelle mani di Cantine Riunite da gennaio scorso, sotto l’area dei vini emiliani. “Abbiamo una serie di progetti in mente che riguardano la ristorazione, la Gdo, il rilancio del brand e l’ampliamento della gamma prodotti. In particolare per il mondo dei Lambrusco Sorbara, per cui Cavicchioli è soprattutto rinomata”. In programma vi sarà anche un focus su Cantine Maschio, sfruttando in particolare il 50esimo anniversario del marchio.
Cantine Riunite & Civ tiene sotto controllo anche i trend oltreoceano. “Stiamo notando un crescente interesse per il settore del no/low alcol negli Stati Uniti, e vogliamo giocarci le nostre carte, soprattutto per la parte dei vini emiliani che, per caratteristica intrinseca, hanno una gradazione molto bassa”, continua Benini. “Abbiamo già sviluppato alcuni progetti ‘zero alcol’ ricavati da mosto d’uva e riteniamo possa essere una tendenza interessante. L’altro elemento su cui stiamo lavorando molto, partendo in particolare da Cantine Maschio che recentemente ha ottenuto la certificazione Equalitas, è il tema della sostenibilità, che curiamo in realtà da anni. Nel 1998 avevamo già lanciato il nostro Lambrusco biologico. Stiamo lavorando a un grande progetto a livello di gruppo per far aderire tutti gli stabilimenti produttivi ad una certificazione di sostenibilità”.
Riguardo ai canali di vendita, Italia ed estero pesano equamente sul fatturato della società. Nello specifico nel Balpaese la Gdo pesa per l’80%, mentre l’Horeca per il 20 per cento. “In Italia, e su alcuni mercati esteri dove abbiamo una maggiore esposizione sul canale off trade, il grande interrogativo riguarda appunto il canale moderno, perché, dopo il grande boom causato dal Covid, leggere i dati dell’anno scorso in confronto con l’anno precedente è stato sicuramente penalizzante. L’inflazione e una maggiore attenzione del consumatore rispetto ai propri acquisti ci ha portato a fare stime al ribasso su questo canale”. Spostandosi invece sull’on trade i risultati ad oggi sono “positivi, anche se la reale stagione inizia con la primavera perché il canale si organizza per far fronte ai consumi estivi. La bollicina, ad esempio, in generale è fortemente influenzata dalla stagione più calda”. L’altro tema che potrebbe influenzare il canale on trade “è legato al turismo, sia nazionale sia internazionale. Infatti per il periodo estivo è previsto un flusso turistico molto interessante e questo fa ben sperare”.
I tre principali mercati export per Cantine Riunite & Civ sono “Uk, sopratutto per il Prosecco che negli ultimi quattro anni ha registrato un trend esplosivo, Stati Uniti dove siamo storicamente presenti dal 1967 e dove la forza del nostro brand è legata a Riunite Lambrusco, e infine il Centro America, soprattutto il Messico, che ha avuto una crescita esponenziale negli ultimi anni, sempre per il Lambrusco”. Spostandosi in Europa tra i principali Paesi emerge la Germania, equamente diviso tra canale moderno e tradizionale, rappresentato soprattuto da grossisti che vendono sulla ristorazione italiana, Francia che sta crescendo “molto bene” per il Prosecco e Paesi dell’Est Europa che dimostrano un certo “dinamismo, nonostante la penalizzazione dovuta al conflitto russo-ucraino”.
“Siamo presenti anche nell’area asiatica che ci sta dando dei bei risultati, nonostante la Cina rappresenti un forte punto interrogativo a causa delle recenti chiusure. Qui e in Giappone vendiamo prevalentemente Lambrusco, perché la bollicina non ha la stessa conoscenza culturale”, conclude la sales and marketing director. “È un mercato difficile da penetrare con il Prosecco anche se speriamo che presto possa cominciare questo trend di vendita”.