Le stime per la chiusura del 2023 di Tommasi Family Estates riportano una lieve decrescita del 3-4% a volume e a valore rispetto al 2022. “Tuttavia abbiamo ancora dieci giorni per osservare la performance delle vendite natalizie, soprattutto per i vini di valore”, ha dichiarato Pierangelo Tommasi, direttore generale di Tommasi Family Estates, a Pambianco Wine&Food. Lo scorso anno il gruppo ha registrato ricavi pari a circa 37 milioni di euro, di cui 33 milioni attribuibili solo al settore wine, che conta otto tenute per quasi 800 ettari vitati di proprietà in sette regioni italiane.
I numeri in calo “sono dovuti principalmente all’inflazione”, continua il direttore. “Ma non solo. I nostri principali Paesi di export, Usa e Canada, hanno lavorato parecchi mesi con la merce in stock importata l’anno precedente. Ciò ha portato allo smaltimento dei prodotti già in magazzino e, di conseguenza, ridotti i nuovi ordini”.
Le vendite si snodano attraverso i canali Horeca e Gdo al 50 e 50, suddividendosi per il 15% sul mercato domestico e per l’85% all’estero in 70 Paesi. “Il Belpaese per noi è un mercato molto importante, ma c’è tanta concorrenza e non è semplice farsi strada, essendo il mercato molto frammentato”. All’estero, invece, ci sono mercati di “forte propensione al retail, come Scandinavia, Canada e Usa, con grandi catene di wine o liquor store che copriamo molto bene”. Questi tre Paesi sono i principali macro poli per Tommasi in termini di esportazioni, sia a valore che volume. “Se, però, Usa e Canada rappresentano per noi mercati storici fin dai primi anni ’70, i Paesi Scandinavi sono un fenomeno di successo più recente, in particolare grazie alla Valpolicella e alla propensione al retail a partire da fine anni ’90, che ci hanno portato a una crescita costante”. Si affiancano nella quota export anche i mercati storici come Germania e Svizzera, che prediligono vini come Amarone e Brunello di Montalcino, e Regno Unito, oltre ad avere una presenza anche in Asia, negli Emirati Arabi e in Sud America.
Oltre alle otto tenute in portfolio, Tommasi Family Estates possiede partecipazioni in Fattoria La Massa, dal 2018, con cui è entrata ufficialmente nella denominazione Chianti Classico, e, da qualche mese, in Nicolis con una quota del 50 per cento. “La famiglia Nicolis è rimasta al comando dell’operatività e della gestione – commenta il direttore – mentre noi ci occupiamo della parte strategica a livello di idee o consulenze per investimenti”.
Tra i principali obiettivi del gruppo “sicuramente in cima ai nostri pensieri c’è la crescita per ogni nostra tenuta. Vogliamo incrementare la performance di tutti i nostri marchi a livello commerciale, definendo una adeguata strategia per ciascuno”. Nello specifico, “stiamo per portare sul mercato l’annata 2019 del Brunello di Montalcino di Podere Casisano con cui faremo un lavoro specifico di eventi dedicati soprattutto in Usa e Canada, mentre nella seconda metà del 2024 presenteremo ufficialmente i primi due vini – un bianco e un rosso – della nostra azienda sull’Etna, la più recente che abbiamo acquisito a marzo 2022″. Un altro focus del gruppo è l’enoturismo “per cui stiamo studiando sempre meglio come fare sistema con altre realtà del luogo per allargare le collaborazioni e crescere sempre di più”.
Al wine, si aggiunge anche l’ospitalità alberghiera che genera circa quattro milioni di euro di ricavi. L’unica tenuta del gruppo ad avere ‘posti letto’ è Poggio al Tufo, in Maremma Toscana, che ha un agriturismo. “A Verona, però, abbiamo la vera e propria struttura alberghiera Villa Quaranta Tommasi Wine Hotel e Spa, attiva dal 1992, che racchiude quattro settori di attività: centro congressi, camere, Spa con acqua termale e ristorazione”. Anni dopo, con l’intento di ampliare l’ospitalità in Verona centro, abbiamo preso in mano la gestione dell’Albergo Mazzanti e dell’adiacente ristorante Caffè Dante Bistrot, nella piazza dei Signori. Infine, noi come famiglia Tommasi, insieme agli altri dodici colleghi e amici dell’associazione delle Famiglie Storiche, siamo proprietari dal 2010 della famosa ‘Bottega del Vino’ di Verona”.