Il Birrificio L’Orso Verde, nato nel 2004 da un’intuizione di Cesare Gualdoni a Busto Arsizio, offre 22 tipologie diverse di birre artigianali, non filtrate e non pastorizzate. Dopo 18 anni di attività oggi si espande inaugurando un nuovo stabilimento, che porterà ad “aumentare consistentemente la produzione, permettendoci di ampliare il nostro raggio di vendita”, dichiara Christian Conti, direttore generale di BirraOv a Pambianco Wine&Food.
Nell’ex polo produttivo della Coca-Cola di Busto Arsizio, BirraOv ha investito 1,6 milioni di euro per ristrutturare il nuovo sito, che si estende per 2mila metri quadri e ha una capacità produttiva massima di 450mila litri. Il capannone è dotato di una linea di etichettatura e imbottigliamento, di un reparto dedicato al lavaggio e confezionamento automatico dei fusti e di un reparto di stoccaggio dei malti di base. Inoltre, “all’interno del birrificio abbiamo realizzato anche uno spaccio dove vogliamo organizzare degustazioni e incontri in cui si parla birra per creare un luogo di aggregazione per i giovani”.
Per mantenersi sul livello premium, L’Orso Verde opera solo nel settore dell’Horeca. “Abbiamo sette distributori in Italia e un e-commerce, che pesa per il 10% sul fatturato”, continua il direttore. “La vendita online ha una potenzialità enorme, ma la birra ha una variabile importante: la tipologia. Il vetro è difficile da trasportare e chi vende più di noi ha scelto di puntare sulle lattine. Sicuramente ai consumatori cambia poco, ma per la qualità del prodotto il vetro è fondamentale e questo incide sui costi”.
I prodotti possono essere acquistati online (sul sito del birrificio), nella nuova tap room di Busto Arsizio, nel punto vendita aziendale e su tutto il territorio nazionale grazie alla collaborazione con realtà specializzate nella distribuzione di craft beer (Bevi Bene per le province di Novara e Vercelli, Bilivin per la Lombardia, M&P per Verona, Obba nel Principato di Monaco e Montecarlo, Poggiana per Vicenza, Padova e Treviso).
Riguardo ai recenti rincari energetici “anche se non siamo energivori, abbiamo subito una quasi triplicazione della bolletta. Ma non è questo il fattore più impattante, perché il vero problema ritengo sia, oltre alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, anche il cambiamento del metodo di pagamento. I fornitori chiedono pagamenti anticipati e questo altera il ciclo cassa”.
Sui trend del comparto birrario italiano Conti ritiene che il futuro sia “della birra artigianale. I primi a comunicare questi risultati sono i grandi produttori della birra industriale che in tutte le loro campagne pubblicitarie richiamano al concetto di artigianalità. Dalle ricerche condotte sui vari mercati emerge come il successo futuro della birra risieda nell’elevazione del prodotto, come già successo in precedenza per il vino o il gelato”, conclude Conti.