La guida Michelin ha completato le pubblicazioni 2020 con alcune sorprese per quanto riguarda l’Asia, dove peraltro debuttava l’edizione di Pechino, che arriva dopo quelle di Shanghai e Hong Kong. La prima volta della capitale cinese ha visto l’attribuzione delle tre stelle a un ristorante, Xin Rong Ji in Xinyuan South Road; lo stesso brand ha conquistato altre due stelle in differenti location arrivando così a un totale di cinque stelle e imponendosi sulla scena internazionale come simbolo di fine dining della nazione più popolosa del mondo.
Il panorama stellato di Beijing comprende due ristoranti a doppio macaron, King’s Joy e Shanghai Cuisine e ben venti single star, tra i quali c’è una presenza italiana: quella di Niko Romito al Bvlgari Hotel. Niente da fare invece per Opera Bombana, con lo chef Umberto Bombana che dovrà rinviare al prossimo anno la speranza di coprire anche la capitale cinese dopo aver conquistato le tre stelle a Hong Kong, le due a Shanghai e altre due stelle tra Macao e la trattoria italiana sempre nell’ex colonia britannica.
Grande soddisfazione dunque per Romito e Bulgari. La collaborazione tra lo chef del Reale e il gruppo di hotellerie della griffe romana controllata da Lvmh mette a segno un altro prestigioso riconoscimento dopo la stella conquistata a Shanghai lo scorso anno e confermata nella guida 2020. Il Ristorante – Niko Romito è attualmente presente con Bvlgari Hotels & Resorts nelle proprietà di Dubai, Pechino, Shanghai e Milano, con un concetto gastronomico studiato ad hoc per il gruppo Bulgari. “Questo è uno straordinario risultato per l’intero gruppo e premia il lavoro che stiamo facendo a Pechino e in Cina, ma soprattutto è il riconoscimento e il consolidamento del progetto globale iniziato con Bvlgari nel 2017 per portare l’autentica cucina italiana nel mondo”, ha commentato Romito. L’executive chef a Pechino è Marco Veneruso, a capo della brigata di cucina dal 2018.
La guida Michelin del Giappone si è invece distinta non solo per aver confermato Tokyo quale città più stellata a livello mondiale, con 226 locali premiati, ma anche per due clamorose esclusioni. La prima è quella del celebre e minuscolo (dieci coperti) ristorante di sushi Sukiyabashi Jiro, dello chef Jiro Ono, rimosso dopo dieci anni: e si tratta di un locale che poteva vantare le tre stelle. La scelta non è dovuta a questioni inerenti al cibo o al servizio, nel qual caso – da prassi – la Michelin sarebbe probabilmente intervenuta togliendo una sola stella, ma al fatto che il ristorante non accetta più prenotazioni da regolari clienti, perché per eccesso di domanda ha scelto di aprire solo alle richieste presentate attraverso gli sponsor o tramite le prenotazioni degli hotel di lusso. Lo stesso è avvenuto in un altro noto ristorante di pesce crudo, Sushi Saito, omesso dalla guida (dove era presente con le tre stelle) per analoghe ragioni.