Un’ombra inquietante si staglia dietro l’ascesa straordinaria di Lido 84, sicuramente il case history dell’anno nell’alta ristorazione: l’ombra dello sfratto e del cambio di location. A lanciare l’allarme è stato il Giornale di Brescia, il cui cronista ha individuato in evidenza sulla home page del sito del Comune di Gardone Riviera il seguente annuncio: “Bando di gara mediante asta pubblica per affidamento in locazione di immobile commerciale di proprietà comunale, corrente sotto l’insegna ristorante Lido ’84”. In sostanza, se dovesse arrivare un’offerta migliore di quella che probabilmente presenteranno lo chef Riccardo Camanini e il fratello Giancarlo (responsabile della sala), sarebbe inevitabile l’uscita di scena e la ricerca di una nuova sede.
Contattati da Pambianco Wine&Food, i fratelli Camanini hanno preferito non commentare. Ma la notizia di una possibile conclusione dell’avventura Lido 84 nella location di corso Zanardelli a Gardone Riviera ha subito creato il panico tra gli addetti ai lavori e i gourmet di tutta Italia. Nulla di strano, perché come scrive il quotidiano bresciano: “Il padrone dei muri è il Comune, il Lido 84 ha un contratto in scadenza e non si scappa, bisogna metterlo a bando, questa è la legge”. Ma certamente l’ascesa vertiginosa del ristorante ha portato un nuovo target turistico nella città del Garda, in aggiunta a quello tradizionale che accorre per la visita al Vittoriale, e si tratta del target di turismo gastronomico. In sostanza, non converrebbe a nessuno interrompere il rapporto.
All’ultima edizione della 50 Best Restaurants ovvero del contest più importante a livello mondiale per l’alta ristorazione, l’ingresso in classifica di Lido 84 è stata l’unica buona notizia per i colori italiani. Riccardo Camanini si è infatti aggiudicato il premio One to watch award entrando tra i primi cento al mondo con la posizione numero 78.
Ora occorrerà vedere se qualcuno sarà pronto a presentare un’offerta migliore rispetto a quella dei fratelli Camanini, il cui contratto d’affitto è scaduto. Il canone base fissato dal Comune è di 60mila euro l’anno a cui andranno decurtati 6.900 euro di interventi di manutenzione, per una durata minima di sei anni e a partire dal primo gennaio 2020.