Le Langhe fanno gola ai player del vino che, dal Trentino-Alto Adige alla Toscana, scalpitano per mettere la propria bandierina nel famoso territorio vinicolo piemontese. Solo nell’ultimo mese, infatti, il territorio ha visto susseguirsi due operazioni, che hanno portato attrattiva verso il territorio.
Prunotto, satellite della famiglia Antinori, ha acquisito circa 3,4 ettari vitati nella Mga Cerretta a Serralunga d’Alba per 9 milioni di dollari (pari a 8,7 milioni di euro), secondo quanto riportato da Wine Spectator. L’accordo, firmato il 7 novembre, porta i vigneti di proprietà di Prunotto e gli appezzamenti in affitto a lungo termine a 78 ettari, di cui 12 ettari a Barolo e cinque ettari a Barbaresco. I primi vini prodotti dalle nuove parcelle saranno quelli della vendemmia 2022. Questa operazione rafforza così l’attenzione di Prunotto per i vini da vigneto singolo, aggiungendo ai suoi cru il Barolo Bussia Vigna Colonnello Riserva, il Barbaresco Bric Turot (Montaribaldi Mga), il Barbaresco Secondine, il Nizza Costamiòle e la Barbera d’Alba Pian Romualdo.
Il Piemonte ha attratto anche il Trentino-Alto Adige. Cantina Cooperativa Vallebelbo, in provincia di Cuneo, è diventa ufficialmente partner di Schenk Italian Wineries con un accordo di collaborazione che sancisce e consolida un rapporto iniziato già nel 2018 per la produzione di una linea di vini piemontesi: Casali del Barone. La nuova partnership comprende 500 ettari vitati nel cuore delle Langhe, di cui circa 150 a Dolcetto/Barbera/Nebbiolo, e 150 viticoltori. “La firma ufficiale dell’accordo arriva a quattro anni dall’inizio della collaborazione tra le nostre due realtà”, dichiara Daniele Simoni, AD di Schenk Italian Wineries. “Anni nei quali, nonostante le difficoltà causate dall’emergenza pandemica, lo sviluppo del prodotto non si è mai fermato, ottenendo un premiante miglioramento qualitativo e una conseguente crescita dei volumi di produzione e di vendita”.
“La collaborazione con Schenk Italian Wineries ha permesso ai nostri vini di raggiungere una più ampia platea di mercati internazionali”, aggiunge Cristiano Amerio, Presidente di Cantina Vallebelbo. “La nostra cantina ogni anno incrementa l’attenzione alla qualità e grazie a questa collaborazione saremo in grado, in tempi più ridotti, di offrire al mercato prodotti innovativi mantenendo al contempo una forte connotazione territoriale”. L’accordo prevede una stretta collaborazione tecnica e tecnologica tra la Cantina Cooperativa e Schenk, dove a quest’ultima è stato assegnato uno spazio dedicato all’interno della Vallebelbo, con botti di proprietà per la maturazione delle selezioni della gamma Casali del Barone.
Solo qualche mese fa anche la famiglia Piccini si era lasciata infatuare dal territorio piemontese, aggiungendo Cantina Porta Rossa, nelle Langhe, al proprio portfolio vinicolo. Il proprietario del gruppo Mario Piccini aveva infatti dichiarato che per raccontare l’Italia enoica “non si può non parlare di Langhe, noi abbiamo deciso di farlo attraverso un brand che rappresenta le eccellenze prodotte tra le colline albesi, come a esempio può esserlo il Barolo Porta Rossa”.
Oltre ad essere una meta ambita, Le Langhe “si fanno pagare”. In uno studio elaborato da Pambianco, che ha coinvolto produttori, professionisti del settore e consorzi, riguardo ai valori dei vigneti italiani per ettaro vitato, il Barolo ha vinto il primo posto con valori compresi di 1,2-4 milioni di euro a ettaro mentre il Barbaresco ha visto dai 500mila al milione e mezzo di euro. “Ci sono molti investitori stranieri interessati ad acquistare in zona – Per Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani – per cui in realtà, la domanda è alta, ma per preservare l’unicità e l’equilibrio si è creata una linea che, come fosse una barriera corallina, deve evitare al massimo le speculazioni per preservare la tipicità del territorio, che è data anche dalla zonazione”.