Per La Via del Tè si profilano progetti ambiziosi, supportati da ricavi in crescita a nove milioni di euro nel 2023, contro i 7,2 milioni dell’esercizio precedente. “E l’anno prossimo vogliamo arrivare a quota dieci milioni, obiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere tra il 2024 e il 2025”, ha dichiarato Paolo Carrai, AD dell’azienda, a Pambianco Wine&Food.
A trainare i numeri dello scorso anno sono state le vendite nel settore hotellerie e nelle caffetterie “che hanno performato molto bene, a cui si affianca il canale retail, che presidiamo ancora nonostante la recente flessione del comparto”. Si aggiunge, inoltre, l’e-commerce, che vale il 5-6% e “su cui investiamo molte energie, tanto da aver creato un comparto interno per seguirlo”.
L’export pesa intorno al 20%, ma “vogliamo svilupparlo ancora di più, infatti abbiamo raddoppiato il personale dedicato all’estero”, continua Carrai. “Copriamo Stati Uniti, mercato che si sta consolidando, Giappone, in parte Cina e abbiamo una efficiente distribuzione in Europa, in particolar modo in Francia e nei Paesi dell’Est, dove la cultura del tè é molto forte”.
L’azienda fiorentina ha compiuto un altro passo nel tessuto retail milanese con la recente apertura del terzo tea shop a Milano, in via della Spiga. “Siamo entrati nel Quadrilatero ed è un progetto molto sfidante e ambizioso”. Gli altri due negozi, in via Madonnina in Brera e via Meravigli, all’inizio di corso Magenta, “ci stanno dando grandi soddisfazioni, e per noi non è solo questione di business, anche se ovviamente essendo una piccola azienda dobbiamo sempre tenere conto dei numeri, ma anche di reputazione”. E via della Spiga “strategicamente è una via ‘importante’ per la presenza dei grandi alberghi 5 stelle lusso, per la maggior parte già nostri clienti, che attirano una clientela internazionale di alto livello, nel nostro mirino”.
Fuori dai confini meneghini, “ci interessa Roma, ma c’è un problema con le licenze che sono contingentate e gli aspetti burocratici non sono semplici da superare”. In generale, “non vogliamo andare a coprire città di media grandezza perchè abbiamo già accordi commerciali con partner che vendono in esclusiva i nostri prodotti nei loro comparti ‘infusionali'”.
Riguardo all’apertura di uno shop all’estero, “abbiamo già ricevuto richieste per farlo in franchising, ma stiamo ancora valutando se aprire in autonomia o con un partner, poiché vorremmo che le strutture siano di nostra proprietà, come abbiamo operato fino adesso”.
A livello di progetti, l’azienda, da qualche mese, propone corsi privati per diffondere la cultura del tè in Italia. “Li abbiamo sempre organizzati per i nostri operatori professionali, ma adesso abbiamo deciso di aprirli anche al pubblico, creando masterclass e lezioni una volta al mese. Il nostro obiettivo principale è l’educazione”.