Nove mesi in calo per le vendite di vino italiano nella grande distribuzione organizzata dei principali Paesi esteri. Secondo i dati dell’Osservatorio del vino di Unione italiana vini (Uiv), Germania, Usa e Uk segnano una perdita cumulata del 10% in volume, frutto del -11% dei vini spumante e -9% del vino fermo. Il valore complessivo delle vendite si è attestato a circa 3,3 miliardi di euro.
Sul mercato americano, i vini fermi registrano un calo tendenziale in volume e valore (rispettivamente -8% e -6%), mentre gli spumanti, all’arretramento volumico del 2%, contrappongono una timida crescita valoriale (+1 per cento). Il dato generale esprime un valore complessivo delle vendite per 1,56 miliardi di euro e vede cali volumici significativi in quasi tutte le principali denominazioni presenti sugli scaffali statunitensi.
Sulla piazza britannica la situazione è persino peggiore: -14% la spumantistica a volume, -11% gli still wines, con valori a -12% per gli sparkling e -8% per i vini fermi. Il valore delle vendite di vino tricolore ammonta a circa 1 miliardo di sterline, con pesanti contrazioni, tra le altre, di Pinot Grigio e Prosecco.
Non dissimile l’andamento del mercato tedesco, dove sono gli spumanti ad archiviare il risultato peggiore con riduzioni a volume del 17% e a valore del 12%, a cui si associano flessioni del 9% per i vini fermi. Anche qui, contrazioni di rilievo per i campioni del made in Italy, come il Primitivo, il Pinot Grigio e il Montepulciano.
“Il vino italiano vive una fase delicata – dichiara Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv – dove i prezzi dello sfuso sono in discesa mediamente del 15-20% e dove l’indeterminatezza sulla reale situazione produttiva non aiuta e contribuisce a generare fenomeni speculativi”. Sullo sfondo, “il surplus di costi e una situazione internazionale segnalata in contrazione, con il nostro primo mercato al mondo, gli Usa, che nell’ultimo trimestre ha registrato una retromarcia nei volumi delle importazioni di vino tricolore del 13 per cento”.
I dati dell’ultima indagine di Uiv-Ismea, su dati Ismea-Nielsen, fotografano lo stesso andamento nel mercato interno. Le performance nei primi nove mesi dell’anno vedono gli acquisti, misurati in volume, fermi a 5,6 milioni di ettolitri, subendo una flessione del 6,9% rispetto a quanto registrato nello stesso periodo dell’anno scorso. Numeri che significano 55milioni di bottiglie rimaste sugli scaffali. Non meglio va al saldo in valore, che non è andato oltre i due miliardi di euro, ovvero il 3,5% in meno dell’anno precedente nonostante un aumento medio dei prezzi che, a partire dal secondo trimestre, hanno toccato il +7 per cento. Rialzo che di fatto sta segnando negativamente le vendite di vino nella Gdo.