La divisione wine & spirits di Lvmh che raccoglie brand quali Moët & Chandon, Dom Pérignon, Veuve Clicquot, Krug, Ruinart, ha archiviato i tre mesi con ricavi per 1,7 miliardi di euro, in aumento del 3% sullo stesso periodo dell’anno scorso (+3% a livello organico). In questi conti, per la prima volta, è stata integrata la Joseph Phelps Vineyards, cantina californiana acquisita la scorsa estate.
Lo Champagne “ancora una volta”, recita la nota, ha riportato una “robusta crescita, guidata dal proseguo della strategia volta a creare valore”. Nell’ambito dei rosé provenzali, Château d’Esclans ha realizzato “un’importante performance”. Inoltre, nel periodo, è stata acquisita una quota di maggioranza di Château Minuty.
Il cognac Hennessy ha mostrato “resilienza nei confronti della situazione economica negli Stati Uniti e nonostante il persistere di elevati livelli di scorte tra i distributori a seguito di vari disagi osservati a fine anno”. Il whisky Glenmorangie e la vodka Belvedere hanno invece registrato “una buona crescita”.
Più in generale, il gruppo guidato da Bernard Arnault ha archiviato il trimestre con ricavi per 21 miliardi, in aumento del 17% sul 2022 (+17% a livello organico). La crescita è stata guidata in primis dalla divisione moda (+18% a 10,7 miliardi), seguita dal retail (+30% a 4 miliardi), da gioielli e orologi (+11% a 2,3 miliardi) e infine dal beauty (+11% a 2,1 miliardi).