Il caffè, in Italia, è il caffè, un rito intramontabile e imprescindibile per la cultura del Belpaese. Ed è rimasta una delle poche certezze a non essere scalfite dalla pandemia e dai cambiamenti che il lockdown si è portato con sé. Non appena si sono riaperti i cordoni dopo le chiusure dovute all’emergenza sanitaria, i consumi fuori casa sono ripresi e hanno alimentato la crescita della domanda. Tanto che nel 2022 i chicchi saranno protagonisti di uno dei rialzi più sostanziosi per il comparto food, secondo l’ultimo report del Food Industry Monitor che prevede per l’anno in corso una proiezione di progressione a doppia cifra, al pari solo a quella del comparto farine.
Buone notizie per le torrefazioni, anche se, c’è da aggiungere, come lo studio precisa, infatti, che l’aumento deve essere letto anche in funzione del vorticoso rialzo delle materie prime e la spada di Damocle dell’inflazione, il che, aggiunge, potrebbe andare a impattare sulla crescita reale del settore e, di conseguenza, anche a limare la marginalità delle aziende.
Insomma, le difficoltà, anche per questo settore non mancano ma, va detto, non dovrebbero rappresentare un ostacolo insormontabile per il mondo del caffè che sta vivendo una nuova età dell’oro. Oltre all’aumento della domanda, il comparto sta compiendo un importante passo in avanti anche nel consolidamento delle strutture aziendali, passando dall’italica tradizione della sterminata frammentazione (lungo lo Stivale si contano oltre 800 torrefazioni), alla creazione di piccoli poli del caffè più strutturati. Le operazioni di M&A si sono moltiplicate soprattutto negli ultimi mesi, basti citare per esempio 101 Caffè che ha rilevato la catena di negozi Pausa Caffè o Caffè Moak che si è comprata l’albese Mokafè o ancora Caffè Mario che prima ha rilevato la messinese Caffè Latella e successivamente è entrato a far parte del Gruppo Gimoka, tra le principali torrefazioni in Italia. Il fermento delle operazioni di questo tipo, di cui gli esempi citati sono solo la punta dell’iceberg di una tendenza in atto nell’ultimo anno e mezzo, conferma che le piccole e medie aziende hanno finalmente capito l’importanza di aggregarsi nell’ottica di poter conquistare una posizione in un mondo diventato molto competitivo e andare oltre il settore dell’Horeca. Obiettivo, intercettare il consumatore finale con un brand, ed è qui che si gioca la vera partita del futuro.