Il fondo Peninsula Capital punta all’ingresso nel gruppo Illy, ma l’offerta vincolante presentata per rilevare la quota in possesso di Francesco Illy, pari al 23% delle azioni complessive, è destinata a trovare parecchi ostacoli da parte del resto della famiglia. Lo statuto del gruppo prevede infatti che l’eventuale cessione da parte di uno dei soci sia sottoposta al gradimento degli altri, e soprattutto prevede la prelazione. In sostanza, pare non ci siano le condizioni affinché la richiesta possa essere accettata.
È evidente che all’interno della famiglia Illy esistono delle divisioni difficilmente sanabili, specie dopo il voto contrario di Francesco in sede di approvazione di bilancio nel 2018. Le uniche dichiarazioni rilasciate alla stampa sono quelle di Andrea Illy, affidate alle pagine di Repubblica, il quale, di fronte alle prime indiscrezioni pubblicate da quotidiani e agenzie di stampa, ha precisato: “Non abbiamo ancora ricevuto una lettera formale, né una valutazione che abbia valore giuridico. Abbiamo sempre preso le decisioni all’unanimità, e all’unisono abbiamo stipulato un patto familiare che, al di là dello statuto, disciplina le regole per l’uscita dall’azienda. Riteniamo che il clima di intesa e condivisione delle linee strategiche del gruppo debba esserci anche tra i suoi azionisti”.
Il capitale del gruppo Illy, realtà da 534 milioni di ricavi generati attraverso le società controllate Illycaffè, Domori, Mastrojanni, Agrimontana e Dammann Frères, è suddiviso in quote paritarie tra i fratelli Riccardo (presidente del gruppo), Andrea (presidente Illycaffè), Francesco e Anna, con il 10% in usufrutto alla madre Anna Rossi.
L’offerta di Peninsula peraltro arriva in un momento-chiave per il futuro di Illy, complicando ulteriormente lo scenario. La competizione nel mondo del caffè aveva spinto infatti Illycaffè alla ricerca di un socio, con l’obiettivo di cedere una quota di minoranza oppure limitarsi a un solo accordo commerciale, puntando alla quotazione in Borsa.