Campari ha completato un collocamento di nuove azioni e bond convertibili per un totale di 1,2 miliardi di euro. I proventi saranno utilizzati dal gruppo per finanziare l’acquisizione del cognac Courvoisier, annunciata a dicembre, e “per finalità aziendali di carattere generale”, comunica l’azienda. Il collocamento, infatti, “migliorerà la struttura patrimoniale pro-forma del gruppo accelerando il processo di deleverage e allungherà la scadenza media delle passività del gruppo, così rafforzando ulteriormente il profilo finanziario dell’emittente, consentendo un’ulteriore crescita”.
Nello specifico, Campari ha collocato nuove azioni ordinarie, che rappresentano il 5,6% del capitale ordinario emesso e in circolazione dell’emittente, per circa 650 milioni di euro e obbligazioni convertibili senior unsecured con scadenza al 2029 per 550 milioni di euro.
Il titolo di Campari ha chiuso la seduta di Borsa di ieri in calo del 6,53 per cento. Una flessione che prosegue già dalla scorsa settimana e su cui ha contributo il taglio del target price da parte di Deutsche Bank (da 12,6 euro per azione a 11 euro) e l’avvio di un’indagine antidumping sul brandy in Cina.
L’acquisizione di Courvoisier è stata definita dal deputy CEO Matteo Fantacchiotti “la più importante operazione nella storia di Campari Group” ed ha un valore di 1,32 miliardi di dollari (circa 1,22 miliardi di euro). In questo modo, il Cognac è destinato a diventare il quarto asse portante di Campari Group insieme con aperitivi, bourbon e tequila.
Nel terzo trimestre dell’anno, il player a cui fanno capo i brand Aperol, Campari, Skyy, Grand Marnier, Wild Turkey ha registrato vendite nette per 743,5 milioni di euro, in lieve flessione (-0,7%) sui 748,8 milioni del 2022. L’ebit è risultato pari a 147,4 milioni, in calo del 16,8% sui 177,2 milioni dell’anno precedente, mentre l’ebitda ha registrato una contrazione dell’11,9% a 176,9 milioni.