Il matrimonio tra moda e food rappresenta un legame di vecchia data. I due settori sono entrambi fiore all’occhiello del made in Italy e fanno parte delle tre eccellenze riconosciute a livello internazionale accomunate dalla lettera F iniziale (fashion, food, furniture). Ma se fino a poco tempo fa il connubio si traduceva sostanzialmente in una forma di collaborazione con chef stellati chiamati a gestire la parte enogastronomica dei ristoranti o bar attigui ad alcune boutique chiave o di spazi multifunzionali delle maison, un esempio tra tutti la partnership tra Gucci e Massimo Bottura che ha portato alla nascita della prima Gucci osteria all’interno del Gucci Garden di Firenze, ora il binomio moda e food è passato ad un livello superiore. La ristorazione non è più solo un elemento di marketing ma si eleva ad ambito di diversificazione degli investimenti, confermando così quanto sia strategico (e profittevole) questo settore.
La casistica inizia ad essere diversa e variegata. Renzo Rosso con la sua Red Circle Investment, il veicolo di investimenti dell’imprenditore veneto patron di Diesel e Otb, è appena entrato nel capitale di Poke House, sposando così il trend della poke-mania. Nel caso di Rosso, come anche in quello di Remo Ruffini, patron di Moncler che è entrato nel capitale di Langosteria e più recentemente ha acquisito il 47,5% della pizzeria Concettina ai Tre Santi, si tratta di partecipazioni di minoranza. In altri casi, la scelta degli imprenditori è stata quella di entrare nel mondo della ristorazione attraverso investimenti ‘privati’, spesso guidati anche da motivazioni personali, basti pensare a Marco Bizzarri, CEO di Gucci, che ha rilevato ormai anni fa Dalla Gioconda a Gabicce Mare, o a Patrizio Bertelli di Prada che nel corso degli anni ha intensificato i suoi investimenti nella sua Arezzo rilevando il ristorante dei big La buca di San Francesco e l’ottocentesco Caffè dei Costanti (attraverso Prada, poi, controlla anche la pasticceria Marchesi). C’è una terza via, ovvero l’investimento inteso non più come l’acquisizione di storici e blasonati locali ma l’avvio di una catena ex novo, come nel caso di Sophia Loren Restaurant, il progetto di ristorazione che fa capo alle famiglie Cimmino e Carlino. La moda, e in particolare il lusso, continua a vivere un momento positivo in termini di vendite e di profitti ed è ragionevole perciò pensare che il trend di diversificazione in un settore ancora ad alto potenziale come quello della ristorazione sarà vivace anche negli anni a venire.