I bilanci dei top player del distillato made in Italy mostrano una tenuta o una lieve crescita nel 2023, dopo i buoni risultati del 2022. Il 2024 inizia risentendo delle tensioni sui mercati, ma la prospettiva, complici i mercati internazionali, sembra buona.
Nonostante una congiuntura tutt’altro che favorevole, la grappa tiene e rilancia, puntando su una possibile espansione internazionale che potrebbe cambiarne il posizionamento. Lo confermano i numeri del mercato – anche se il 2023 ha visto un rallentamento sul 2022 – e pure i bilanci dei top player. Stando all’ultimo report Assodistil, con 83mila ettanidri prodotti la grappa ha registrato nel 2022 un solido +12% rispetto all’anno precedente e il dato più interessante è la corsa sui mercati esteri. Secondo i dati Nomisma presentati al Vinitaly, nel 2022 l’export di grappa ha totalizzato 60 milioni di euro, con un significativo +16% rispetto ai 51,5 milioni del 2021, a cui corrisponde un +8% in volume (quasi 14mila ettanidri di grappa esportata).
Uno scenario in evoluzione, perché i primi dati sul 2023 filtrati da Assodistil (che presenta il report in Assemblea a luglio) mostrano un rallentamento percepibile sul mercato interno, mentre l’export ha tenuto nonostante la flessione in Germania, primo mercato che nel 2022 assorbiva da sola il 59% del prodotto in uscita dai confini nazionali. “Nel 2022 c’è stato un incremento a due cifre dell’export di grappa – dichiara il presidente del Consorzio Nazionale Grappa Nuccio Caffo al Vinitaly – che all’estero sta vivendo una rinascita come icona del made in Italy. Un segnale importante viene dal mercato Usa (+31% in volume) dove da 5 anni sono attivi progetti di promozione della grappa IG”. Proprio sui mercati globali il Consorzio ha infatti avviato azioni mirate per spingere il posizionamento del distillato italiano per eccellenza.
Bilanci 2023 in assestamento
I bilanci dei top player del mondo grappa confermano la complessità dello scenario economico, ma anche una visione in prospettiva. Si è chiuso con il segno positivo il 2023 per le Distillerie Bonollo Umberto, che non hanno ancora chiuso ufficialmente il bilancio, ma già vedono un incremento del 4% circa rispetto ai 73 milioni del 2022. “Un segno che il percorso che stiamo facendo porta frutti – commenta Elvio Bonollo, quarta generazione alla guida dell’azienda di famiglia – soprattutto in considerazione della situazione generale. Verso la fine dello scorso anno abbiamo visto una complessiva incertezza e ne respiriamo ancora la coda, con un miglioramento negli ultimi due mesi. Diciamo che la prospettiva incerta è legata al mercato e alle sue evoluzioni. Nel 2024 prevediamo sicuramente una crescita, ma non ci aspettiamo una forte impennata”. Quest’anno l’azienda veneta celebra i 25 anni del progetto Of e dunque ha in previsione qualche novità. “L’autunno porterà news importanti – preannuncia Bonollo – in particolare visto il peso che la grappa invecchiata sta assumendo negli anni. Con Of la nostra scelta è stata quella di spingere sull’eccellenza dell’invecchiamento per riuscire a creare qualcosa di particolare. E la nostra logica è sempre quella di offrire un’esperienza diversa, originale, straordinaria”. Guardando avanti, le attese sono dunque orientate a una ulteriore valorizzazione della grappa invecchiata, anche per avvicinare nuovi consumatori e l’apertura ai mercati internazionali può avere un peso cruciale. “Oggi per noi l’export vale il 20% del fatturato – conclude Bonollo – ma il dato è in crescita e abbiamo molti progetti in essere, con ottime aspettative in questo senso. È un processo graduale, mentre il grosso del nostro business si gioca ancora su scala nazionale”.
Positivo il quadro anche per le Distillerie Bonollo spa. “I risultati del 2023 sono buoni in linea con quelli 2022 – riferisce il CEO Andrea Bonollo – perché anche se c’è stata una riduzione di fatturato, c’è stata un’importante riduzione dei costi, soprattutto energetici, rispetto l’anno precedente”. Ecco che, se il fatturato si è fermato a 26,1 milioni di euro, l’utile ante-imposte ha raggiunto quota 5,5 milioni.
Nel frattempo il 2024 non ha visto un avvio facile. “Siamo di poco sotto ai risultati dell’anno scorso – spiega – a fronte del rallentamento oggettivo dei consumi e vista la peggior campagna vitivinicola del dopoguerra dal punto di vista produttivo. I consumi sono indubbiamente in calo a causa dell’inflazione e dell’alto costo della vita, che fanno sì che una bottiglia di grappa sia un lusso. Si preferisce il consumo di un bicchierino quando si è in compagnia in qualche occasione speciale”.
Al di là degli sforzi commerciali, in Bonollo c’è sempre attenzione alla diversificazione dei progetti. “Anche se è un paradosso – chiosa il CEO – stiamo seguendo da vicino il tema dei vini dealcolati, per offrire il servizio di estrazione dell’alcool dal vino. In Italia al momento non è permesso, a differenza di altre nazioni europee, ma sarà una necessità per le cantine per cercare di recuperare le quote di mercato perso, catturando nuovi clienti”.
Cresce invece di poco il fatturato in Distilleria Marzadro. Il CEO Alessandro Marzadro non nasconde la soddisfazione per i risultati concretizzati, con una tenuta della marginalità, e pur confermando un rallentamento in questo primo scorcio del 2024 prevede “un secondo semestre in crescita rispetto allo stesso periodo del 2023, riportandosi ai livelli del 2022 che è il nostro benchmark. L’export tiene, anche in paesi di lingua tedesca, così come il mercato interno”. Anche in Fratelli Francoli l’anno si è chiuso in positivo sul fronte grappa, con un risultato da 23 milioni che si assesta sulla stabilità.
In Zanin 1895 si prospetta un +3% rispetto ai 20,5 milioni di euro con cui aveva archiviato il 2022. “Il 2023 ha visto un concreto miglioramento delle performance aziendali, soprattutto in termini di utili – specifica Alessandra Zanin, amministratore unico della distilleria vicentina – ma in generale i risultati sono migliori del 2022. La prima metà del 2024 vede un aumento di alcuni comparti e il mantenimento di altri”. Un quadro dunque positivo, anche perché “il mercato rimane per ora fedele al brand di qualità e alla serietà aziendale, rispetto a cui stiamo implementando delle campagne di rebranding importanti”, aggiunge Zanin. “Stiamo lavorando principalmente al mantenimento della tradizione, spingendo molto sul ‘rinfrescare’ il concetto e il senso comune della grappa soprattutto nel consumo consapevole, ma anche nel tentativo di appassionare i più giovani alla nostra storia e ai nostri prodotti più tradizionali, in particolare la grappa invecchiata che da sempre contraddistingue Zanin nel mondo”. Infine, per Nonino Distillatori il 2023 si è chiuso con un fatturato di circa 18 milioni di euro con un assestamento sul 2022, che è stato un anno straordinario. Dal Friuli però vedono l’anno in chiave positiva, perché “nel 2023 abbiamo celebrato i 50 anni della creazione del Monovitigno Nonino che ha rivoluzionato il nostro settore”, dice Antonella Nonino. Quanto al 2024, la situazione geopolitica tra tensioni e guerre ha un impatto economico, ma “dopo gli anni dell’emergenza sanitaria le persone non rinunciano ad uscire e il mondo Horeca si è ripreso, non solo in Italia ma anche a livello internazionale”, osserva Nonino. “Noi realizziamo oltre il 50% del fatturato all’estero e abbiamo aumentato il numero dei Paesi dove esportiamo (ora sono 85). Oltre a investire in innovazione, sempre per una produzione 100% artigianale, stiamo costruendo l’ottava cantina invecchiamento per la Grappa Invecchiata e Riserva di cui abbiamo molta richiesta”. Molto rilevante, per l’azienda friulana, anche lo sviluppo nel mondo mixology.per la grappa invecchiata e riserva di cui abbiamo molta richiesta”. Molto rilevante, per l’azienda friulana, anche lo sviluppo dell’utilizzo della grappa nel mondo dei mixology per la preparazione di cocktail, un fronte su cui ha investito energie e creatività.