Prosegue nonostante le dinamiche di mercato non proprio brillanti la crescita della distilleria piemontese Fratelli Francoli (parte del Gruppo Francoli), che archivia il 2023 con un fatturato di circa 23 milioni di euro, un dato che segna un consolidamento rispetto ai 22,1 milioni del 2022 e una estensione della forbice sui 17 milioni del 2021. Positivo, nonostante una leggera flessione nel segmento Horeca (ma con outlook in ripresa da maggio), anche il polso per la prima metà del 2024.
Un quadro decisamente positivo, soprattutto in considerazione delle fragilità nel comparto beverage, che riguarda il Gruppo Francoli nel suo complesso. Aggregando i risultati della distilleria Valdôtaine, dell’azienda vitivinicola Torraccia del Piantavigna e di altre società del gruppo, che integrano altri 7 milioni di fatturato, si arriva infatti a un montante complessivo di 30 milioni nel 2023. “Veniamo da anni di progressiva crescita – spiega il direttore marketing Piero Ioppa – e se già nel 2022 avevamo recuperato il calo fisiologico del periodo pandemico, con il 2023 abbiamo concretizzato una ulteriore evoluzione che ci ha portato a superare nei numeri il 2019, che era stato il nostro anno d’oro”.
Una crescita trainata dal comparto grappa, che fa capo alla Fratelli Francoli Spa, ma anche dall’attività della seconda sede produttiva esterna e dal rafforzamento della distribuzione. Si è rivelata infatti vincente proprio la scelta strategica dell’azienda di investire da quarant’anni su una rete commerciale di 35 agenti monomandatari per il Nordovest e 80 plurimandatari che coprono tutta la penisola. “Abbiamo scelto di investire su questo asset anche durante la crisi Covid – chiosa Ioppa – e questo ci ha permesso di essere più reattivi nella ripartenza, ma anche di approcciare il mercato con maggiore velocità sia con i nostri prodotti sia con quelli in distribuzione. Solo nel Nordovest raggiungiamo quasi ottomila clienti che gestiamo direttamente, senza intermediari o grossisti”.
Tre le linee strategiche su cui il gruppo sta lavorando per dare continuità alla crescita. Innanzitutto lo sviluppo del mercato internazionale, considerato che attualmente l’export pesa “solo” per il 18% sui ricavi della Fratelli Francoli. “Implementeremo le vendite sui mercati esteri del liquore Fiorente ai fiori di sambuco, che è il nostro prodotto principale e a più rapida crescita”, anticipa il marketing manager. “Oggi siamo molto forti in Francia, grazie anche alla distribuzione Campari France e negli Stati Uniti. Il liquore rientra nella categoria aperitivo, un rito che sta prendendo piede anche fuori Italia e che ci permette di spingere sull’espansione”. Se Fiorente spopola in Francia e oltreoceano, la grappa – prodotto storico che ha segnato la nascita dell’azienda un secolo e mezzo fa – è sempre più apprezzata in Germania e in Inghilterra, Paesi attenti ai prodotti ecosostenibili e dunque alla nuova Il Sogno di Luigi.
Va ricordato che il percorso di Francoli verso la sostenibilità è iniziato nel 1988 con la messa in funzione di una caldaia a combustibile povero, cioè la vinaccia esausta da cui viene il vapore necessario alla distillazione e per riscaldare l’azienda. Inoltre nel 2006 l’azienda ha aderito al progetto Lifegate Impatto Zero, per cui le attività commerciali e di ufficio vengono ricalcolate in quantità di CO2 emessa, che viene poi compensata attraverso la riforestazione e tutela di alcune aree boschive del pianeta. È del 2022 invece l’arrivo al packaging integralmente green e de La visione di Luigi, la prima grappa sul mercato il cui processo è stato certificato come “integralmente ecosostenibile”.
Sul mercato italiano la sfida per il 2024 si chiama invece Gdo. “Nel nostro Paese siamo già ben posizionati nel canale Horeca – evidenzia Ioppa -, mentre Gdo e off-trade sono invece stati finora marginali. Era una scelta aziendale, basti pensare che nel 2023 per Fratelli Francoli la grande distribuzione rappresentava solo il 4% del fatturato. Da quest’anno però abbiamo iniziato ad approcciare questo canale in maniera diversa: mentre prima tenevamo distinti a livello di prodotti Horeca e Gdo, da maggio abbiamo iniziato a posizionare le nostre due grappe principali in entrambi i canali, con l’obiettivo di far diventare quello della grande distribuzione un nuovo tassello di crescita”.
Il terzo macro obiettivo è legato all’incremento della produzione conto terzi, per portarla gradualmente ai livelli di business ottenuti con la produzione di grappa, distillati e liquori e l’attività ‘classica’ di distribuzione. “Inizialmente i nostri prodotti conto terzi, con cui siamo cresciuti, erano solo GinArte e la vodka Roberto Cavalli“, spiega Ioppa. “Lo scorso anno abbiamo lanciato sul mercato tedesco il Limoncello Carissima mentre quest’anno abbiamo aggiunto al carnet Conte Camillo, un negroni premiscelato, e Finvara, un Irish whisky che produciamo in diverse centinaia di migliaia di bottiglie. Questa parte di business costituisce ancora una fetta minore del nostro fatturato, ma a livello di numerica di bottiglie sta diventando importante”.
Un discorso a parte riguarda lo ‘spiriturismo’, oggi decisamente trascurato. “Tra i target c’è sicuramente anche quello di sviluppare il filone dell’accoglienza e delle experience in azienda”, conclude il manager. “Per ora abbiamo il nostro showroom che raccoglie un buon numero di visite, mentre la distilleria è temporaneamente chiusa alle visite per lavori, pronta a riaprire con molte novità dal prossimo autunno”.