Tre soci e quattro vinerie a Milano, destinate a diventare quindici entro il 2023. A regime, l’obiettivo è un fatturato intorno ai 5 milioni di euro e un ebitda del 25% su questa cifra. È il progetto di Stefano Angelo Meloni, CEO di Alstos International, che nel 2017 ha avviato la catena di vinerie con mescita Il Vinaccio, rilevando l’omonima enoteca affacciata sui Navigli di proprietà di Alessandra Francesca Lancia e Oscar Pietro Munaro, da allora al suo fianco nella guida dell’attività.
“Siamo partiti con l’idea di creare un retailer che diventasse il numero uno nella vendita di vino al calice a Milano”, racconta a Pambianco Wine&Food Meloni, che tra il 2017 e il 2018 nel capoluogo lombardo ha inaugurato quattro locali, a Nolo, in piazza Ambrosoli, in via Castel Morrone e nel quartiere Isola. “Il nostro pay off è ‘La tua vineria di quartiere’. Non sono parole scelte a caso: ‘tua’ sta a significare il sentirsi a casa, l’essere accolti in modo caloroso e avvolgente; ‘vineria’ e non ‘enoteca’ perché il nostro core business consiste nell’accogliere persone che degustano calici, non vendere bottiglie, che è un’attività per noi secondaria; ‘di quartiere’ in quanto miriamo ad aprire in tutte le zone rilevanti di Milano che non siamo puramente di passaggio, ma residenziali”.
Per farlo in tempi rapidi, il 31 luglio 2020 la società ha aperto il capitale a In vino veritas, realtà creata ad hoc da Roberto Cazzaniga e Matteo Ferro Luzzi radunando un pool di investitori per “portare Il Vinaccio allo step successivo, finanziando la ripresa dello sviluppo, che altrimenti sarebbe stata bloccata dal Covid”, spiega Meloni. “Il 2020, con il lockdown, è stato un momento di grande incertezza. Abbiamo fatto solo asporto, che non è il nostro business, per coltivare il rapporto con la clientela. Quando poi a maggio abbiamo riaperto è stato un record, mai realizzato un fatturato così alto, con soli tre negozi in un mese abbiamo totalizzato 80mila euro”.
Un risultato ottenuto anche grazie all’alto tasso di fidelizzazione della clientela. “La nostra clientela – precisa l’AD – è abbastanza senior, dai 35 ai 55 anni, e al 60-70% ricorrente e residenziale. In Italia e a Milano ci sono tantissime enoteche, ma non esiste un aggregatore. Noi abbiamo negozi piuttosto piccoli, gestiti da due persone, che si fondano sul servizio”. Gli altri ingredienti che compongono la ricetta de Il Vinaccio sono una carta in grado di soddisfare i desideri conviviali relativi al vino in tutte le fasce, dai 5 ai 12 euro al calice, coprendo il panorama vinologico italiano e offrendo champagne francesi “che non ha nessun altro in Italia”, e una proposta gastronomica fredda per rendere più piacevole la presenza al tavolo e permettere alla vineria “di fare dell’up selling”.
Quanto alle performance, il 2019 si è chiuso vicinissimo al pareggio, “abbiamo fatto circa 700mila euro di ricavi e abbiamo perso intorno ai 10mila euro, con un’ebitda positivo, tra i 50 e i 60mila euro – precisa Meloni -. La chiusura di quest’anno sarà migliore dal punto di vista della marginalità perché nel frattempo, durante il lockdown, abbiamo rivisto tutti i processi, i fornitori, l’efficientamento del servizio”. Il 2021 verrà dunque archiviato con un volume simile a quello del 2019, ma con un’ebitda del 10% grazie a questi interventi. Per arrivare a regime mancano ancora lo smartworking e i grandi eventi, che rappresentano il completamento del fatturato, coperto per 3/4 dal residenziale. “Sono molto soddisfatto dei risultati di quest’anno e poi, piano piano, tra l’anno prossimo e quello successivo, inizieremo ad avere volumi decisamente differenti”.
A gennaio e ad aprile del 2022 sono previsti due opening nella città meneghina. “L’anno prossimo arriveremo a 9 negozi ed entro la fine del 2023 vorremmo concludere l’apertura degli altri a Milano, con l’obiettivo di cominciare ad avere una visibilità tale che ci permetta eventualmente di andare a Roma e in altre città europee. Città come Berlino, Lisbona, Mosca si prestano moltissimo a un progetto come il nostro e valuteremo se aprire a un capitale estero”, conclude Meloni.