Un percorso formativo che prende forma tanto in aula quanto sul campo, erogato sia da professionisti interni all’azienda sia da professori ed esperti esterni. È questa l’academy di Zonin1821, gruppo vitivinicolo veneto fondato nel 1821 a Gambellara (Vicenza). “L’academy è nata per la promozione interna ed esterna della cultura vitivinicola, dei nostri progetti di sostenibilità e del made In Italy”, racconta a Pambianco Wine&Food il CEO Pietro Mattioni. “Abbiamo creato una struttura ad hoc con alcuni dipendenti selezionati e formati per svolgere sia attività di puro insegnamento con materiali prodotti internamente, sia un’attività meno didattica di affiancamento e supporto ai partner commerciali. Un percorso formativo che prende forma dentro e fuori dall’aula, in Italia e anche all’estero, e che ricorre anche a personalità esterne come professori universitari ed esperti del settore”.
Da un lato, infatti, l’azienda eroga corsi in diverse aree del sapere (conoscenza della lingua inglese, sostenibilità ambientale e responsabilità sociale, cultura corporate e business strategy) a gruppi di dipendenti organizzati secondo mansioni, aree di competenza e talento individuale, per un totale di 2.500 ore di formazione nel 2024. Dall’altro, grazie al supporto dei propri brand ambassador, verranno erogate oltre duemila ore di formazione ad agenti e clienti Horeca, in Italia e all’estero.
Ma non solo lavoratori. Il gruppo porta avanti un progetto destinato anche agli studenti attraverso una serie di lezioni organizzate nelle università Italiane (tra cui Bocconi, Bologna Business School, Iulm, Università Cattolica del Sacro Cuore), a cui si aggiungono i progetti di tesi che l’azienda ha seguito (Università Ca’ Foscari di Venezia e Berlin School of Economics and Law). Nel 2024 il progetto si amplierà ulteriormente aprendosi a nuove università italiane e straniere.
Cultura vinicola e visione aziendale possono essere comunicati anche ai clienti finali attraverso l’accoglienza in azienda. “Il nostro business principale è fare vino e l’ospitalità ci permette di raccontare quanto c’è di buono dentro un bicchiere”, chiosa Mattioni. Nel solo 2023, Castello di Albola ha accolto oltre 30mila visitatori, per un totale gruppo di circa 100mila persone. Nei prossimi mesi, il gruppo si arricchirà di un’ulteriore struttura adibita all’accoglienza aprendo il nuovo wine bar a Ca’ Bolani in Friuli.
Nel frattempo, Zonin1821 ha chiuso il 2023 registrando un fatturato di circa 195 milioni di euro, in lieve calo sui 199,5 milioni del 2022. “Un decremento che ha risentito degli impatti inflativi, soprattutto nella prima parte dell’anno”, spiega Mattioni. “Il secondo semestre, invece, è stato più scoppiettante grazie ad alcune geografie, in primis l’Italia che negli ultimi tre anni è in costante miglioramento. La scia positiva sta proseguendo anche nel 2024, ma è ancora presto per fare previsioni sull’intero anno”.
Sempre lo scorso anno, il gruppo ha redatto il suo primo bilancio di sostenibilità rendicontando i dati del 2022. Il tema è particolarmente sentito dall’azienda che vanta la certificazione ‘Equalitas’ per le tenute di Castello di Albola e Rocca di Montemassi. “L’educazione è fondamentale anche per parlare di sostenibilità”, spiega Mattioni. “Non sempre, infatti, è possibile produrre secondo i principi green in quanto alcune aree, più di altre, sono fortemente favorite dalle particolari condizioni pedoclimatiche. Per essere sostenibili, in vigna ma anche in cantina, ci sono quindi molti accorgimenti che possono essere adottati anche in un regime non biologico”.
Il gruppo sta inoltre puntando molto sullo sviluppo di prodotti a bassa gradazione e dealcolati. “La gran parte dei nostri lanci nel mondo lifestyle è legata a prodotti a bassa gradazione alcolica: dallo spritz pre-miscelato a bassa gradazione alcolica al primo sparkling dealcolato”, spiega Mattioni. “La tecnologia ha ancora bisogno di tempo per sviluppare prodotti che abbiamo caratteristiche organolettiche più simili agli originali ma vedo che si migliora sempre di più”. In ogni caso, “in base alla richiesta del mercato, sappiamo essere sia innovativi sia tradizionalisti. Ecco quindi che non siamo preoccupati per il rallentamento dei rossi. Il vino segue i trend e per anni c’è stata una forte focalizzazione sui rossi che, probabilmente, oggi hanno raggiunto un punto di picco. È una cosa ciclica che non ci preoccupa”.