Il consolidato 2015 del gruppo Zonin si dovrebbe chiudere a 183 milioni di euro, in aumento di circa il 15% rispetto al 2014. L’export, che genera l’83% del giro d’affari del gruppo di Gambellara (Vicenza), ha trainato la crescita, con risultati oltre la media tra Stati Uniti e Gran Bretagna. “Abbiamo ottenuto una grande performance con il Prosecco e al tempo stesso una buona crescita con la tipologia Moscato e con i nostri vini delle tenute – spiega a Pambianco Wine l’amministratore delegato Domenico Zonin – e pensiamo di poter confermare questo andamento. L’obiettivo è di arrivare entro un paio d’anni a quota 200 milioni, con un significativo incremento dei vini provenienti dalle tenute di famiglia”.
Sul fronte investimenti, Zonin punta ad ampliare la gamma prodotto con l’inserimento di nuove referenze in Italia e all’estero provenienti da acquisizioni. “Non c’è nulla di definito o prossimo alla chiusura – precisa l’ad – ma stiamo considerando diverse opportunità. In questi ultimi mesi ci siamo riorganizzati, dedicando buona parte delle energie nel preparare l’azienda alle sfide che si prospettano e che accompagneranno l’ulteriore crescita del gruppo. Puntiamo soprattutto a potenziare la distribuzione diretta, che già curiamo con piccole società controllate di importazione negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, a cui si è recentemente aggiunta quella per la Cina. Nei prossimi due anni lavoreremo a fondo per migliorare questi aspetti”.
Molti investimenti hanno riguardato Barboursville Vineyards, le tenute statunitensi del gruppo basate nello stato della Virginia, dove continuano a crescere le superfici vitate (arrivate a 180 ettari) e le strutture di accoglienza pensate per l’enoturismo che negli Usa, grazie anche alla posizione favorevole nella East Coast non lontano dalla capitale Washington, sta dando ottimi risultati. “In Virginia – sottolinea Zonin – abbiamo 80 mila presenze l’anno, più che in Italia, e oltre il 60% della produzione di Barboursville viene venduta ai visitatori delle cantine, attratti anche da un relais e un ristorante che abbiamo avviato in questi anni con ottimi riscontri. La zona, peraltro, si è sviluppata come produzione generale vinicola: nel 1976, quando acquistammo la tenuta, era l’unica dell’area, mentre oggi ce ne sono oltre trecento”.
L’ultimo pensiero di Zonin va al prosecco, che si conferma vino di grande importanza per il gruppo con una produzione annua 2015 di oltre 20 milioni di bottiglie di solo Prosecco doc. “Per questa denominazione – conclude l’ad – prevedo una crescita ulteriore nei mercati forti di Usa e Uk, forse non ai livelli degli ultimi due anni, sostenuta in parte dall’effetto valuta. Nei mercati europei, invece, potremmo assistere a un calo delle vendite legato all’aumento dei prezzi dello sfuso, circa mezzo euro al litro, che per il Prosecco doc rappresenta un’incidenza elevata. Attendiamo di capire quale sarà la risposta dei mercati”.