Nel vino italiano, i produttori di fascia media crescono più velocemente di quelli della fascia alta, ma i margini dei secondi sono certamente superiori. Lo testimonia lo studio di Pambianco Strategie di Impresa sui bilanci 2017 delle principali imprese italiane del settore vitivinicolo, suddivise per fascia di prezzo, pubblicato sul numero 3/2018 di Pambianco Magazine Wine&Food.
Se da un lato l’analisi evidenzia una maggiore crescita annuale (+6,2%) delle aziende di fascia media, è nell’alto di gamma che la marginalità misurata in ebitda raggiunge i valori più significativi, con una media del 21,1% sul fatturato contro l’8,2% della fascia media. Messe assieme, le prime tre della classifica che sono Antinori, Frescobaldi e Lunelli fanno 424 milioni di fatturato e 145 milioni di ebitda. In termini assoluti, la marginalità più alta spetta alla stessa Antinori, che ottiene 91 milioni di ebitda, ma il maggior rapporto ebitda/fatturato appartiene a Tenuta San Guido (Sassicaia), con il 55,3% e un ebitda complessivo di 18 milioni su un fatturato di 33 milioni.
L’analisi di Pambianco si estende dai cosiddetti fine wines al mondo delle bollicine, suddiviso anch’esso tra fascia alta e media. Le prime 50 aziende fatturano 1,5 miliardi di euro e anche nello spumante la crescita è superiore per le aziende di media qualità, diretta conseguenza dell’effetto prosecco, ma il top di gamma stravince per marginalità con un ebitda high double digit. In vetta nella fascia alta troviamo Ferrari con 71 milioni davanti a Berlucchi e Ca del Bosco, mentre nella fascia media comanda Fratelli Martini con 192 milioni davanti a La Marca (+30,7% nell’ultimo anno) e Villa Sandi.