Dopo due mesi di blocco sostanziale per la ristorazione, un recupero degli ordini a giugno era certamente prevedibile per le aziende del vino. Tuttavia, secondo le testimonianze raccolte da Pambianco Wine&Food tra gli operatori del settore, il risultato del primo mese di totale apertura parrebbe superiore alle aspettative e di gran lunga in aumento rispetto allo stesso mese del 2019. Il trend sarebbe inoltre positivo anche per la prima metà di luglio. La situazione non è comunque omogenea, perché alle sofferenze in atto nei centri storici, nelle città d’arte e nelle località balneari più frequentate dal turismo internazionale, quest’anno ridotto ai minimi termini, si contrappone la dinamicità della provincia italiana e delle aree più residenziali delle grandi città. Inoltre, i migliori affari sono quelli di chi vende ai locali frequentati dai più giovani, che hanno sostanzialmente ripreso le abitudini pre-Covid.
“Lo scorso mese – racconta Corrado Mapelli, coo e consigliere di amministrazione del gruppo Meregalli, leader nazionale della distribuzione di vini con 53 milioni di ricavi e 65,8 milioni di consolidato – abbiamo superato i valori di giugno 2019. Abbiamo notato, in particolare, una fortissima attenzione verso i brand consolidati, ovvero tutti i prodotti che il consumatore conosce e riconosce. È certamente un periodo poco indicato per sperimentare”. A livello geografico, Mapelli precisa che “Non notiamo una grande differenza tra nord e sud, tra est ed ovest. La vera differenza oggi è tra città e provincia, con la seconda favorita rispetto alla prima. Milano, ad esempio, per noi è sempre stata la città che contava più di tutte, mentre oggi la vediamo piuttosto sofferente, specie nelle aree ad alta intensità di uffici”.
“Il dato di giugno 2020 e di +6% rispetto a giugno 2019 – conferma Pietro Pellegrini, a capo della società di distribuzione Pellegrini Spa – e per ora luglio sta andando ancora meglio. Con tutta probabilità avremo, a fine mese, una leggera riduzione del prezzo medio”. Andando nello specifico dei prodotti, Pellegrini afferma che: “Durante la recente ripartenza, moltissimi clienti hanno ritirato gli Champagne da noi distribuiti, in particolare i marchi più richiesti, Jacquesson ed Agrapart su tutti, e i dati complessivi non mostrano significative differenze tra spumanti e vini fermi”. A livello geografico, infine, afferma che: “Dalla riapertura, un po’ tutte le aree geografiche sono ripartite in egual misura. Soffrono un po’ di più i grandi centri urbani, Milano e Roma su tutte, e le città d’arte”.
Andando alle singole realtà produttive, si scopre che giugno è stato davvero un mese da record. Lo aveva testimoniato, per esempio, Varvaglione 1921, che addirittura grazie al risultato dell’ultimo mese è riuscita a compensare le perdite precedenti, chiudendo il semestre in linea con lo stesso periodo del 2019. Una conferma arriva da Maurizio Zanella, presidente di Cà del Bosco. “Abbiamo chiuso il mese con una crescita del 15% rispetto a giugno 2019 – racconta – e certamente siamo soddisfatti del risultato, che però non ci permetterà di recuperare il calo di aprile, quando abbiamo perso l’88%, e di maggio”. Zanella è realista: “Occorre distinguere tra sell in e sell out. Il primo certamente ha funzionato negli ultimi due mesi, per il secondo dobbiamo attendere gli esiti dei consumi. Mancando il turismo internazionale nei luoghi di prestigio, che sono quelli determinanti per i nostri Franciacorta, temo che non avremo i numeri della scorsa estate. Ma siamo pronti a lottare assieme ai nostri clienti”.