A Montalcino c’è preoccupazione per le chiusure in atto nell’horeca in tutti i mercati di destinazione del Brunello, che però nei primi nove mesi dell’anno ha visto un balzo a doppia cifra (+20%) rispetto al 2019 nella richiesta delle fascette che contraddistinguono la denominazione, e che rappresentano un indicatore dell’andamento del mercato.
“Una crescita che rischia di essere interrotta dalle nuove chiusure, in Italia e all’estero, proprio nel bimestre clou, che storicamente incide per il 25-30% delle vendite annuali del nostro vino di punta”, afferma il presidente del consorzio di tutela, Fabrizio Bindocci.
Nel frattempo, sono stati comunicati i dati legati all’enoturismo. Secondo le elaborazioni del Consorzio sulla base delle cifre raccolte dal Comune di Siena, da maggio ad agosto il calo generale delle presenze dall’estero (che caratterizzano in media i 2/3 dei flussi) è stato dell’80%: un dato in parte controbilanciato dalla crescita degli italiani sul periodo (+24%), in particolare grazie al boom di arrivi ‘autoctoni’ di agosto (+81%) che ha ridotto il gap nel mese più turistico dell’anno a -10 percento.
In prospettiva, a Montalcino i produttori confidano nell’evoluzione in cantina dell’annata 2020. La vendemmia si è conclusa con un calo produttivo tra il 5 e il 10% ma la qualità parrebbe tra le migliori. “Una vendemmia tra l’ottimo e l’eccellente che ci fa guardare avanti. Tra 5 anni ci ricorderemo che nel buio generale del 2020 la vendemmia del Brunello è stata un’eccezione”, conclude Bindocci.