Con 48,5 milioni di ettolitri previsti, l’Italia dovrebbe consolidare nel 2016 il ruolo di primo produttore mondiale di vino, precedendo Francia (43 milioni) e Spagna (42,5) nella classifica delle quantità di prodotto. Un successo, quello ipotizzato dall’osservatorio del vino presentato a Roma e promosso da Unione Italiana Vini e Ismea, che soddisfa parzialmente il ministro per le Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, che ha lanciato la sfida del valore.
“L’Italia si conferma primo produttore di vino al mondo per quantità – ha commentato il titolare del dicastero di via XX Settembre – Ora dobbiamo diventare leader anche per valore. Una sfida alla nostra portata, che vogliamo e dobbiamo vincere insieme ai produttori, continuando a investire su qualità e innovazione. Il Governo fa la sua parte”.
Martina ha ricordato il focus specifico dedicato alla vite nel piano di ricerca per le biotecnologie sostenibili, le azioni sulla semplificazione per le aziende e sul fronte della promozione e della tutela, per poi puntare sulle attività di e-commerce in prospettiva del wine day (9/9) su Alibaba. “Abbiamo un sistema vitivinicolo da oltre 14 miliardi di euro, con un export che nel 2015 ha toccato il record dei 5,4 miliardi e che nei primi cinque mesi del 2016 ha registrato un trend in crescita. Non solo numeri, ma tradizione, legame con il territorio, eccellenza, una biodiversità che vanta oltre 500 vitigni coltivati. È questo che rende il sistema Italia unico al mondo. È su questo che dobbiamo costruire il successo dei prossimi anni”.
In termini produttivi, il dato complessivo vede una contrazione del 2% rispetto al 2015, principalmente imputabile ai cali registrati in Lombardia (-13%), Toscana (-8%), Campania (-20%) e Sicilia (-15%), mentre il Veneto mantiene la leadership nazionale con un incremento del 2%, davanti a Puglia (+2%) ed Emilia Romagna (+5%). “La qualità attesa – ha spiegato Raffaele Borriello, direttore generale Ismea – si presenta buona in molte aree del Paese, grazie al favorevole decorso climatico. Ci sono quindi tutti i presupposti affinché anche la nuova campagna prosegua gli ottimi risultati già raggiunti dal settore negli ultimi anni”.
Quanto alle tipologie di prodotto, secondo quanto sostiene Antonio Rallo (presidente di Unione Italiana Vini), “aumentano i vini a denominazione d’origine e, questi, sono indubbiamente elementi positivi accanto però ad una crescita ancora inferiore rispetto ad altri competitor internazionali e realizzata in prevalenza grazie agli spumanti. Un successo, quello delle bollicine, che deve continuare ma non può, da solo, supportare la crescita delle nostre esportazioni”.