“Una contrazione senza precedenti nella storia moderna del settore”. Così viene definito il periodo compreso tra marzo e agosto nell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. I dati elaborati evidenziano un calo complessivo del commercio internazionale di oltre il 15%, con una perdita equivalente di circa 1,4 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta di un panorama globale del mondo wine, e all’interno di questo panorama l’Italia si è difesa meglio dei competitor.
Nel semestre di emergenza sanitaria, l’export tricolore è diminuito dell’8,6%, invertendo la rotta ben più favorevole del primo bimestre, quando la crescita aveva sfiorato il 15 percento. Ai francesi è andata molto peggio: le vendite estere sono precipitate (-27,7%) sopratutto per effetto della debacle negli Usa, dove alla pandemia si è aggiunto l’effetto dazi, deprimendo il giro d’affari di oltre il 40 percento. Negli Usa, intanto, scendeva anche il giro d’affari dell’Italia, che però ha contenuto le perdite all’8,1%, mentre l’altro grande problema dei produttori francesi è stata la Cina, con un calo percentualmente simile a quello degli italiani (-38%) ma con un impatto economico ben diverso, perché la Francia ha perduto 122 milioni, l’Italia “soltanto” 26 milioni. Il miglior risultato riguarda invece la Svizzera, terza destinazione dell’export italiano, che è andata in terreno positivo (+7,5%). Nel peso differenziato sui conti di italiani e francesi, non fanno eccezione le esportazioni in Gran Bretagna, dove l’Italia perde il 9,5% e la Francia il 21,6 percento.
La categoria più colpita dalla pandemia? Le bollicine, che lasciano complessivamente sul terreno il 28,8% perdendo quota in tutti i 10 top importer. Crollano in particolare le bollicine francesi (-38,5%) e limitano le perdite al 12% quelle italiane.
Il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, evidenzia che: “Il semestre marzo-agosto ci consegna una pesante diminuzione nelle importazioni di vino dei mercati terzi dove l’Italia sembra soffrire meno rispetto alla Francia alla luce di una distribuzione dei propri vini più equilibrata tra on e off trade, anche se i pessimi segnali che stanno giungendo sulla seconda ondata della diffusione del Covid-19 rischiano di appesantire ulteriormente la perdita, considerando che solitamente l’ultimo trimestre arriva ad incidere per circa il 30% sull’export complessivo dell’anno”. Il semestre ha inciso notevolmente in termini di quote di mercato nell’extra-Ue tra i 2 market leader, con la Francia che perde 5 punti e scende al 29,3% mentre l’Italia sale al 23,5%