Nei primi sei mesi dell’anno, le vendite di vino in Gdo sul territorio nazionale presentano un calo a volume (-3,9%) e un aumento a valore (+3,5%) a 1,38 miliardi di euro. Questi i dati dell’Osservatorio Uiv-Ismea che ha elaborato gli ultimi dati Istat sul commercio estero, su base Osservatorio consumi Ismea-Nielsen-Iq.
Se confrontati con i numeri del Q1, i dati del semestre sono lievemente migliorati. Nel trimestre a marzo, infatti, i volumi erano in picchiata a -6% contro i -3,9% di adesso, mentre i dati a valore sono passati da +2% a +3,5 per cento. Nel semestre, i vini fermi e frizzanti arretrano del 4% (-7% a marzo), mentre lo spumante risulta in controtendenza, scendendo dal +4% del primo trimestre al -0,8%, tenuto a galla solo grazie alla crescita degli Charmat ‘low cost’.
A livello di tipologie, i cali registrati nel semestre sono dimezzati rispetto a marzo, con una media a volume di -4%: cinque i punti recuperati dai Dop, tre dagli Igp, mentre i comuni restano intorno a -4%, migliorando solo di un punto. In termini di ‘colore’, i peggiori restano i rossi (-5%, da -8% di marzo), mentre i bianchi viaggiano a -4%, con due punti recuperati. Sette invece i punti ripresi dai rosati, che chiudono i sei mesi a -4 per cento.
Nello specifico, presentano un segno negativo tutte le principali tipologie di vino Dop e Igp vendute in Gdo, con – tra i primi dieci – solo il Vermentino di Sardegna in terreno positivo (+4% volume), accompagnato da un +1% dell’Igt Puglia. Ancora in calo il Chianti (-3% rispetto a -9% di marzo), Montepulciano d’Abruzzo (da -14% a -9%) e Nero d’Avola (a -12% da -18% di marzo). Giù anche il Cannonau sardo (-4%), la Barbera piemontese (-8 per cento) e il Lambrusco Emilia (in peggioramento di 1 punto circa, attorno a -10% volume). In negativo la situazione anche per il Verdicchio di Jesi (-20%) e la Bonarda oltrepadana (-16%), mentre positivi sono Soave e Valpolicella, che ha recuperato il -5% di inizio anno. Tra gli sparkling, bene l’Asti Spumante (+5,9%) e gli Charmat, in negativo tutti gli altri. Peggio della media il vino Bio (-5% volume). Ancora in caduta rilevante, nonostante la dinamica deflattiva, risulta l’e-commerce (volumi a -11,7%).
L’Osservatorio ha riportato anche i dati riguardanti le vendite di vino italiano all’estero nei primi quattro mesi dell’anno, che registrano un calo nei volumi dello 0,7% (nel Q1 erano stabili a +0,1%) e una lieve crescita a valore del 2% con 2,36 miliardi di euro (i numeri del Q1 portavano +3,8% a 1,8 miliardi di euro).
Entrambe le performance evidenziano le “difficoltà di un 2023 in cui il surplus dei costi di produzione influisce in media per il 10% sul prodotto finito a fronte di incrementi dei prezzi di vendita molto più bassi, sia nelle piazze estere che interne”.