Il quadro 2020 per il vino italiano è più negativo di quello che era emerso nel 2009. Ad affermarlo è Mediobanca nel suo ultimo rapporto sull’industria vinicola nazionale e internazionale. Secondo la pubblicazione, nella quale viene certificata una crescita dell’1,1% durante l’ultimo esercizio fiscale, il 63,5% delle aziende interpellate prevede un calo delle vendite e il 41,2% ritiene che la flessione supererà il 10% rispetto al fatturato 2019. Una fotografia che porta l’ufficio studi di Mediobanca a stimare per il 2020 una contrazione complessiva del fatturato per circa 2 miliardi di euro, frutto di minori vendite nazionali e estere, con una riduzione stimabile del settore tra il 20% e il 25% rispetto all’ultimo anno.
In particolare, il calo stimato è di un miliardo di euro all’esportazione e di un miliardo per i consumi domestici legati al canale horeca.
Per le esportazioni, il 60% delle imprese si aspetta per il 2020 una flessione delle vendite e, tra queste, il 37,5% superiore al 10%. Un quadro peggiore di quello del 2009, quando il 60,6% delle imprese vinicole subì un calo del fatturato del 3,7%, con cadute oltre il 10% per il 24,2% delle imprese.
I dati legati al 2019 hanno evidenziato intanto un incremento delle vendite estere pari al 4,4% e una contrazione del 2,1% per quelle domestiche. Il 2019 si prospetta come il secondo anno a crescita più contenuta dal 2014, Le spa e le srl sono in crescita del 3,2% (+5,1% all’estero), le cooperative invece scontano un decremento dell’1,9%, gli spumanti rallentano (-0,2%), i fermi crescono dell’1,5 percento.