Anche Roma vuol dire la sua in fatto di vino. La capitale ha ottenuto la denominazione di origine controllata dei suoi vini nel 2011, con successive modifiche, ma soltanto nei giorni scorsi è stata ufficializzata la nascita del Consorzio Roma doc, con la nomina di Tullio Galassini a primo presidente. Galassini guiderà un consiglio di amministrazione composto da dieci consiglieri.
“Al momento l’87% della filiera risulta iscritta al Consorzio – ha dichiarato Galassini in una nota – ma speriamo di raggiungere a breve il 100%, perché è quanto mai decisivo raggiungere la totale rappresentatività ai fini della massima valorizzazione del prodotto”.
Il controllo totale della filiera tramite l’erga omnes è tra gli obiettivi primari del Consorzio, che al momento conta 24 associati, tra produttori e imbottigliatori, per 235 ettari complessivi e una produzione totale di 500 mila bottiglie.
Produttore di uva presso l’azienda Galassini Viticoltore, Tullio Galassini è stato presidente dell’Associazione produttori vino doc Roma, nata nel 2011 con l’obiettivo di tutelare e valorizzare la nuova denominazione. “Si tratta di un potenziale enorme, ancora quasi del tutto inespresso, che ora ha tutte le carte in regola per essere competitivo in Italia e all’estero”, ha commentato il neo presidente.
La zona di produzione della denominazione Roma doc comprende il territorio di diversi comuni della provincia di Roma. I vitigni idonei alla produzione sono: Malvasia del Lazio o Puntinata, Bellone, Bombino bianco e Trebbiano giallo e verde per i vini bianchi; Montepulciano, Cesanese di Affile, Cesanese Comune e Sangiovese per i vini rossi. Sette le versioni previste da disciplinare: “bianco”, anche nella versione amabile, “rosso”, anche nella versione amabile, “rosso riserva”, “rosato”, “Romanella” spumante, “Malvasia del Lazio o Puntinata” e “Bellone”.