L’export italiano di vino si chiuderà a fine anno con un calo stimato del 4,6%, per un valore complessivo di 6,1 miliardi di euro. Un risultato migliore rispetto sia a quello del trend globale, che avrà una flessione del 10,5%, sia a quello del principale player del settore, la Francia, per cui la stima è del -17,9 percento. A rilevarlo è l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor nell’analisi presentata a wine2wine in corso a Veronafiere. Ciononostante, le aziende italiane non avranno validi motivi per festeggiare un anno che sarà complessivamente negativo. Solo un’azienda vitivinicola italiana su 10 aumenterà il proprio business nel 2020, mentre per oltre 7 su 10 le vendite totali vireranno in negativo.
L’indagine svolta dall’Osservatorio su un panel di 165 aziende (4 miliardi di euro il fatturato cumulato, di cui 2,5 miliardi relativi all’export, circa il 40% del totale Italia), evidenzia la generale difficoltà delle imprese, con il 91% delle aziende che denuncia un calo delle vendite nel canale horeca e il 63% in flessione nell’export. Non fa eccezione la vendita diretta in cantina, il cui gap è generato anche dalla fortissima contrazione degli arrivi enoturistici stranieri, in diminuzione per l’87% degli intervistati. A fare da parziale contraltare, le vendite nella Gdo italiana – in crescita per il 51% dei rispondenti, e il boom dell’online, riscontrato da 8 operatori su 10.
“Il dato generale sulle stime previsionali dimostra come l’Italia sia stata in grado di opporre anticorpi efficaci alla crisi”, ha affermato il direttore generale di Veronafiere e Vinitaly, Giovanni Mantovani. “Il rapporto qualità-prezzo, una più variegata diversificazione dei canali di vendita e lo scampato pericolo dei dazi aggiuntivi negli Stati Uniti hanno consentito di ridurre le perdite all’estero, ma il rovescio della medaglia è fatto di tante piccole e medie aziende del vino che, al contrario delle altre, hanno perso i propri riferimenti commerciali, in particolare dell’horeca, e stanno pagando uno scotto molto più rilevante della media”
In termini assoluti, la contrazione del valore delle importazioni mondiali di vino stimata (su base doganale) sarà di oltre 3 miliardi di euro rispetto al 2019, soprattutto per effetto delle mancate vendite per oltre 1,7 miliardi di euro del suo market leader, la Francia. Il forecast sull’Italia si ferma invece a -300 milioni di euro, complice anche il boom (+15%) delle esportazioni nel primo bimestre dell’anno, che ha attenuato il passivo.