Della cinquantesima edizione di Vinitaly che si è aperta domenica e si chiuderà domani a Verona, gli operatori ricorderanno il tributo del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha inaugurato la fiera riconoscendone il ruolo a sostegno della crescita “di un grande prodotto italiano”, così come l’incontro tra il premier Renzi e il re dell’e-commerce cinese Jack Ma per lanciare una sfida sull’online nel mercato mondiale più difficile, in questo momento, per i vini italiani.
Per quanto riguarda il business, la manifestazione è iniziata bene e con meno ressa in apertura. Si tratta, paradossalmente, di una buona notizia, perché in passato l’affluenza di pubblico non era sinonimo di qualità e concretezza, mentre quest’anno l’organizzazione ha compiuto uno sforzo per limitare l’accesso agli addetti ai lavori e le stesse aziende hanno compreso che regalare biglietti “a pioggia” si trasforma in boomerang per l’immagine stessa del Vinitaly.
Il presidente Mattarella ha riconosciuto, durante il suo intervento, il percorso compiuto dal vino italiano in termini di qualità della produzione, organizzazione d’impresa e rapporto con la natura. “La capacità di guidare l’innovazione è stata il segno più incisivo di questo percorso compiuto dai produttori di vino italiano” ha affermato il capo di Stato, puntando infine sull’internazionalizzazione e sulla necessità di superare le barriere geografiche per far diventare le aziende sempre più protagoniste nei mercati internazionali.
Il tema dell’export è stato naturalmente al centro dell’incontro di ieri, lunedì 11 aprile, tra il premier Matteo Renzi e Jack Ma. Quest’ultimo ha annunciato la nascita della giornata del vino per Alibaba, che è stata fissata per il nove settembre, con l’auspicio che possa raccogliere lo stesso successo del single day (11/11) nel fashion shopping. “Partirà il 9 settembre alle ore 9 – ha detto Ma – perché per noi il 9 è il numero del vino, dunque 9-9-9 suona come wine-wine-wine. E credo che riusciremo ad accorciare le distanze tra lo spazio di mercato del vino francese in Cina, che è al 55%, contro il 6% della quota italiana. Vogliamo portare l’export italiano di vino dal 6% fino al 66%, se ce la facciamo, e voglio essere l’ambasciatore dei prodotti italiani in Cina”. Renzi da parte sua ha ricordato i dati dell’export agroalimentare: “Due anni fa a Vinitaly – ha affermato il primo ministro – ci siamo dati l’obiettivo di raggiungere i 7,5 miliardi di export di vino entro il 2020 e di 50 miliardi per il comparto agroalimentare. Eravamo a 30 miliardi e oggi siamo arrivati a 36,9 miliardi, nel vino eravamo a 4,9 miliardi e siamo a 5,4 miliardi: possiamo farcela. Il futuro di Alibaba e dell’Italia sono intimamente connessi. Il digitale può trasformare radicalmente la nostra economia. I francesi hanno saputo raccontare una storia, un paese, una strategia comune: dobbiamo farlo anche noi”.
Un aspetto su cui Vinitaly dovrà fare più attenzione è certamente la data. La sostanziale contemporaneità con la settimana del design a Milano, che iniziava di fatto lunedì con il pre-salone, ha messo in difficoltà non soltanto la stampa, ma anche molti produttori che partecipano come partner delle aziende del mobile agli eventi di Salone e Fuorisalone e sono stati costretti a dividersi tra le due città.