Dopo il boom registrato durante il periodo del Covid, gli e-commerce dedicati alla vendita di alcolici frenano la loro corsa. Secondo l’ultima analisi di Iwsr Drinks Market Analysis, nel periodo 2022-2027 le vendite online nei 16 principali mercati mondiali cresceranno a un ritmo più lento con un Cagr del 4,5%, rispetto all’incremento del 31% registrato nel periodo 2019-2021. A valore entro il 2027 il mercato e-commerce raggiungerà poco meno di 40 miliardi di dollari (circa 36 miliardi di euro).
“Il valore dell’e-commerce ha subito una leggera correzione già nel 2022 (-2%), in quanto le restrizioni nella maggior parte dei mercati sono state rimosse e gli acquirenti sono tornati ai negozi on-trade e a quelli bricks-and-mortar”, afferma Guy Wolfe, head of e-commerce insights di Iwsr. Inoltre, mentre lo scorso anno il 24% degli acquirenti di alcolici ha dichiarato di aver fatto acquisti online, nel 2023 questa cifra è scesa al 17%, accompagnata da un aumento dell’uso di supermercati/grocery fisici e della vendita on-premise.
Tuttavia, anche se la percentuale complessiva di consumatori che fanno acquisti online è in calo – eccezion fatta per la Cina dove il fenomeno sta accelerando per le restrizioni Covid sulla catena di approvvigionamento -, aumenta la frequenza temporale di coloro che continuano ad acquistare. Questo indica che il canale si sta liberando degli utenti ‘transitori’ che lo hanno adottato solo per necessità durante la pandemia e sta mantenendo appeal tra i ‘fedeli’ dell’e-commerce”.
A livello geografico, “si prevede che gran parte della crescita in valore assoluto dell’e-commerce di alcolici provenga da Cina e Stati Uniti (che registreranno un Cagr del +6% nel periodo 2022-27, ndr) così come da altri mercati con base più piccola come Brasile, Australia, Giappone e Messico”, afferma Wolfe. “Lo sviluppo più rapido si registrerà in America Latina”.
Tra i prodotti, sarà la birra a guidare le vendite online con una crescita di Cagr prevista dell’8% nel periodo 2022-2027 – grazie soprattutto a Cina, Stati Uniti, Brasile e Messico -, seguita da spirits (+5%) e vino (+1 per cento).