Il 2021 è un anno importante per Varvaglione1921 che giunge al traguardo del centenario, confermandosi tra le realtà pugliesi che da un secolo producono vino mantenendo ancora la proprietà in capo alla stessa famiglia. “È un traguardo sicuramente importante ed è un invito a fermarsi a osservare quanto accaduto sino a oggi e guardare al prossimo futuro con delle certezze”, spiega a Pambianco Wine&Food Marzia Varvaglione, responsabile marketing dell’azienda e quarta generazione insieme ai fratelli Angelo e Francesca.
All’anniversario è dedicato un vino chiamato Masseria Pizzariello, come la dimora emblema della storia della famiglia Varvaglione. “Un vino nato nei mesi del lockdown durante i quali abbiamo vissuto la vigna della nostra masseria come se fosse un giardino sperimentale in cui ci siamo ritrovati – prosegue Varvaglione -. E abbiamo lavorato con il Primitivo, con il Negroamaro e con l’Aglianico e con la natura che caratterizza questa parte di macchia Mediterranea. È nata così la bottiglia dedicata al centenario”.
La chiavi di sviluppo sono chiare: sostenibilità e consolidamento del brand. “Il Primitivo di Manduria resta il nostro core business, il vitigno principale della nostra azienda; intorno a esso continuiamo a costruire il racconto di un’azienda che oggi riesce ad essere presente in 70 Paesi nel mondo”, precisa la responsabile marketing.
Allo stato attuale, per l’azienda infatti l’Italia rappresenta circa il 15% del giro d’affari, contro l’85% di export. Tra i mercati più significativi, Germania, Svizzera, Polonia, Usa e Asia.
Contribuisce al business il portale e-commerce, inaugurato nel 2020 per accorciare le distanze con i consumatori nel periodo della pandemia. “In un anno abbiamo raddoppiato il fatturato proveniente dall’e-commerce. Lo usiamo nell’ottica di guidare i nostri winelovers nelle scelte degli abbinamenti”.
Infine, la passione per la terra, ereditata dai genitori Cosimo e Maria Teresa, si accompagna a un impegno sempre maggiore sul fronte della sostenibilità. “Ci stiamo lavorando sia in vigna sia in cantina e abbiamo diversi progetti in piedi con due università – conclude Varvaglione -. In un’azienda con le nostre dimensioni è un processo che prevede diverse azioni. Per ora siamo molto avanti in termini di trattamenti in vigna dove abbiamo installato stazioni meteo che valutano tutta una gamma di parametri e grazie alle quali non ci sono trattamenti se non quelli realmente necessari e richiesti dalla pianta. Abbiamo iniziato a selezionare ai nostri fornitori in base alla loro sensibilità al tema della sostenibilità; scegliamo carte Fsc provenienti da foreste selezionate e tappi in materiali riciclabili prodotti in fibra di canna da zucchero. Pian piano amplieremo questo approccio alle diverse linee di vini che costituiscono il nostro palmares”.