Il più prestigioso e nobile domaine della Borgogna, i cui vini sono battuti all’asta a cifre da capogiro, lancia una nuova etichetta. Romanée Conti ha infatti annunciato per il prossimo anno l’uscita di Corton-Charlemagne, proveniente da una coltivazione di tre ettari a Chardonnay nell’area di Corton e a regime biodinamico. Ad affermarlo, dalle colonne di Wine Spectator, è il co-direttore di Romanée Conti, Aubert de Villaine.
La proprietà dei tre ettari resta dell’azienda Bonneau du Martray, che ha ceduto in prestito il terreno al blasonato gruppo con sede a Vosne-Romanée. Bonneau du Martray era alla ricerca di un investitore a cui destinare una piccola porzione dei 10 ettari di proprietà sulla collina di Corton, a condizione che fosse rispettata la sua volontà di mantenere la produzione secondo i principi della biodinamica, e Romanée Conti ha accettato
“Non abbiamo considerato nessuno al di fuori di Aubert. Avere il Domaine de la Romanée-Conti nella denominazione è un grande vantaggio per Corton-Charlemagne”, ha commentato la società proprietaria del terreno. E De Villaine, che condivide la preferenza per la biodinamica in vigna, si è dichiarato “estremamente felice”. Non è la prima volta che Romanée-Conti sceglie di produrre un vino ricorrendo a contratti d’affitto. Già nel 2008 aveva inaugurato la sua presenza sulla collina di Corton stipulando una locazione fondiaria con il Domaine Prince Florent de Mérode.
Il Corton-Charlemagne sarà il secondo vino bianco di Romanée-Conti che già esce nel mercato con uno Chardonnay a Montrachet. Il suo vino più famoso però resta indiscutibilmente il Grand Cru Romanée-Conti da uve Pinot nero, prodotto in 5.673 bottiglie nell’annata 2011, che svetta nella classifica dei The World’s Top 50 Most Expensive Wines visibile sul sito wine-searcher.com. Il suo prezzo medio? Oltre 18mila dollari a bottiglia, che possono diventare anche 127mila nelle migliori annate.