Moncaro è la prima Pmi operante nel settore agroalimentare ad emettere un minibond che prevede la possibilità di coinvolgere Ismea, istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, con il ruolo di garante. Il prestito obbligazionario emesso dalla società cooperativa marchigiana avrà un ammontare di 5 milioni di euro, una durata di 5 anni e una cedola annuale del 6,375 percento. Il capitale sarà rimborsato in 4 quote capitale, mentre gli interessi maturati saranno corrisposti su base semestrale.
Il minibond, sottoscritto dal fondo Pioneer Progetto Italia con Eidos Partners come sole advisor, punta a sostenere il progetto di internazionalizzazione dell’azienda vitivinicola con base a Montecarotto (Ancona) per aumentare il fatturato in alcuni mercati chiave dell’export: Cina, Stati Uniti, Germania e Brasile. In Cina peraltro, come già riportato da Pambianco Wine, Moncaro è presente con 13 wine store monomarca. L’export complessivo 2014 dell’azienda da 24 milioni di euro vale il 60% del fatturato, è cresciuto del 5% e quest’anno le previsioni sono di un ulteriore 3 percento. “La sottoscrizione di questo minibond – afferma Cinzia Tagliabue, amministratore delegato Pioneer Investments Italia – è in linea con i nostri obiettivi di svolgere un ruolo di primo piano nella valorizzazione delle eccellenze che risiedono nel mondo delle piccole e medie imprese italiane e per portare nuove leve di diversificazione e nuovi strumenti per creare valore nei portafogli dei nostri clienti”. Doriano Marchetti, presidente di Moncaro, spiega che la società, dopo aver consolidato i risultati attraverso investimenti sul brand nei mercati storici (Regno Unito, Olanda, Germania, Canada e Giappone), punta ad ampliare ulteriormente gli orizzonti penetrando nuovi mercati internazionali. “Nel recente passato – sottolinea Marchetti – Moncaro ha stipulato importanti joint ventures commerciali. Siamo già presenti in Cina, in India dove abbiamo rinforzato la nostra presenza attraverso la joint venture Riona Wines e negli Usa, dove abbiamo creato di recente la società Terre Cortesi Corporation, che ha sede a New York e punta all’espansione nel continente nordamericano”. Marchetti smentisce per ora le prospettive di quotazione in Borsa e sottolinea che quella appena conclusa è un’operazione finanziaria per lo sviluppo di mercato.