“Siamo tra quei folli che tentano di far emergere l’anima qualitativa in una regione, l’Emilia Romagna, dove sono le quantità a dettar legge”. Gianmaria Cesari, seconda generazione e amministratore delegato della Umberto Cesari di Castel San Pietro Terme (Bologna), sintetizza così la mission di un’azienda da 20 milioni di ricavi nel 2017 posizionata a livello alto, tanto da portare all’ultimo Vinitaly una novità significativa. L’hanno ribattezzato Resultum ed è un Sangiovese in purezza, dalle uve coltivate in un solo podere (Opera Pia), con un passaggio di sei-sette mesi in legno e quattro anni di affinamento in bottiglia. L’annata presentata è la 2012, ha richiesto sei anni di attesa prima della vendita. “Un vino longevo, che potrà essere degustato tra 20-30 anni. È un top di gamma”, sottolinea Cesari.
La crescita è stata costante negli anni, permettendo a Umberto Cesari di superare con i suoi vini, frutto di investimenti in vigna e in cantina, il pregiudizio riservato alla terra del Lambrusco e del Tavernello. “Prodotti assolutamente validi, autentici casi da studiare, ma l’alta qualità non va d’accordo con le quantità”. Ed ecco quindi la diminuzione delle rese, l’attesa, l’investimento sul brand. Un passaggio fondamentale è stato, in termini di visibilità, l’ingresso nel canale travel retail, che oggi genera il 5% dei ricavi con l’obiettivo di arrivare al 10% entro cinque anni. “Lavoriamo con 4 dei 5 principali player nella distribuzione e a loro volta ci permettono di entrare non solo nel circuito aeroportuale, ma anche nelle navi da crociera e in altri ambiti come ad esempio quello militare. In particolare, il turismo delle grandi navi si sta avvicinando a produzioni di qualità sempre più alta. Il nostro best seller nel canale travel retail è senz’altro Liano”, sottolinea Cesari.
L’estero cresce più dell’Italia e ha superato ormai la soglia del 50% del fatturato complessivo. In evidenza il Canada, mercato nel quale Umberto Cesari è leader tra gli italiani per valore dell’esportazione con un’incidenza pari al 30% del turnover. L’apprezzamento dell’euro sul dollaro canadese ha creato qualche problema nell’ultima parte dell’anno e nei primi mesi del 2018, determinando una contrazione della marginalità per le operazioni effettuate in Canada, ma ora il trend sta lentamente tornando alla normalità.
In prospettiva, dopo aver acquistato terreni e potenziato la parte produttiva in vigna, Umberto Cesari si prepara a far lo stesso in cantina. “Dobbiamo essere in grado di gestire le nuove masse di uva in ingresso. Faremo una nuova cantina e puntiamo a inaugurarla entro un anno”.