Le anteprime dei vini toscani, in scena nei giorni scorsi a Firenze, sono state l’occasione per celebrare l’ottimo stato di salute dell’export regionale. “Un boom per le nostre produzioni di qualità” ha sintetizzato l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi. Il valore del fatturato complessivo dei sedici consorzi di tutela sfiora il miliardo di euro, con un aumento del 55% negli ultimi dieci anni, mentre l’export 2016 dei prodotti a denominazione, doc e docg, è aumentato del 2,05% sull’anno precedente e del 10,4% nel confronto con il 2014, per un valore di 586 milioni di euro.
Le esportazioni vitivinicole complessive della Toscana sono invece in contrazione, dai 903 milioni di euro del 2015 agli 858 milioni stimati per il 2016 (-5,24%), a conferma di un mercato premiante per i prodotti di qualità e penalizzante per le commodities.
Gli Stati Uniti, con vendite per 139 milioni di euro, si confermano prima destinazione dei grandi vini toscani, perlopiù rossi, davanti a Germania (62 milioni), Canada (34 milioni), Regno Unito (25 milioni) e Svizzera (21 milioni di euro). E se pure la Toscana è famosa nel mondo per i grandi rossi di Bolgheri, Montalcino e Chianti, i bianchi regionali iniziano a ottenere consensi, spinti soprattutto dal Vermentino, facendo segnare un +12% nell’export anno su anno con una domanda crescente dall’Asia: Hong Kong, con 1,7 milioni di euro, è il terzo mercato di destinazione di questi vini, che ottengono consenti anche in Giappone (0,8 milioni di euro).