Con un’operazione conclusa in pieno agosto, il gruppo vinicolo veronese Tommasi ha ottenuto il controllo di Paternoster, brand primario della Basilicata e della zona del Vulture. Per la società di Pedemonte (Valpolicella), che ha chiuso l’ultimo bilancio con 26 milioni di ricavi generati per l’88% dall’export, si tratta della quarta acquisizione in sei anni, dopo quelle effettuate tra 2010 e 2015 in Toscana con Poggio al Tufo, in Puglia con Masseria Surani e in Oltrepò Pavese con Tenuta Caseo. Le parti non hanno comunicato il valore dell’operazione né la quota, comunque maggioritaria, rilevata da Tommasi Family Estates.
L’acquisizione permette a Tommasi di incrementare l’offerta nei vini rossi con l’inserimento dei prodotti a base Aglianico di Paternoster, tra cui spiccano i crus Don Anselmo e Rotondo, e di assicurarsi una “perla” della produzione vitivinicola lucana, composta da 20 ettari di terreno vitato nel territorio di Barile (Potenza) e due cantine, quella modernissima di Villa Rotondo e la storica (risale al 1925) situata in centro a Barile e destinata all’affinamento dei crus, per un totale di circa 150 mila bottiglie l’anno. A sua volta Paternoster potrà reperire, attraverso l’accordo con la famiglia Tommasi, le risorse necessarie per rafforzare il marchio, consolidare la rete commerciale e incrementare gli interventi in vigneto e cantina, con particolare attenzione al biologico ed all’eco-sostenibilità.
“La famiglia Paternoster continuerà a partecipare alla guida dell’azienda – afferma in una nota Dario Tommasi, presidente del gruppo – e per Tommasi è una magnifica opportunità per ampliare il ventaglio della propria offerta a favore della rete vendita, dando la possibilità di avere un unico referente di prestigio, garante di qualità e tradizione. Con l’austero Aglianico si completa il nostro portfolio dei grandi rossi d’Italia: Amarone, in primis, che rappresenta le nostre radici e poi a seguire il nobile Brunello, il sensuale Primitivo e l’elegante Pinot Nero”.