L’hospitality resta tra le priorità nel piano di investimenti di Tommasi. Il gruppo veronese del vino ha già effettuato diverse operazioni in quest’ambito, realizzando o rilevando in passato gli hotel Villa Quaranta Wine Hotel & Spa in Valpolicella (200 posti letto più centro benessere e centro congressi), Hotel Mazzanti in centro storico a Verona e Agriturismo Poggio al Tufo in Maremma. Il nuovo progetto in cantiere riguarda il recupero di un casale all’interno della proprietà di Podere Casisano, a Montalcino. “Pensiamo di ricavarne una decina di stanze, con conclusione dei lavori prevista per il 2020”, racconta Pierangelo Tommasi, executive director della Tommasi Viticoltori. Ed è sempre l’azienda del Brunello al centro dell’attenzione del gruppo tra l’ampliamento previsto della cantina di vinificazione e i lavori in vigna, con sette ettari di nuovi innesti. “Il progetto cresce e migliora sotto tutti i punti di vista. Per noi Podere Casisano è una vera e propria chicca”, commenta Tommasi.
Il piano industriale del gruppo prevede inoltre la costruzione di una nuova cantina a Poggio al Tufo e l’ampliamento della sede centrale in Valpolicella, dove Tommasi sta creando una welcome area in funzione enoturistica con l’apertura di una boutique del vino e di un percorso di visita in azienda. Sempre la Valpolicella verrà utilizzata come sede logistica a servizio di tutte le aziende del gruppo, separata dalla parte accoglienza. Tommasi dispone infine di un locale in piazza dei Signori a Verona, Caffè Dante Bistrot, adiacente all’hotel Mazzanti.
La società ha archiviato il 2017 con 28,5 milioni di ricavi esclusivamente nel vino, in crescita del 5%, mentre i conti dell’hospitality vengono gestiti sotto una diversa ragione sociale.
A Vinitaly, Tommasi ha presentato la nuova veste di Crearo, rosso veronese Igt realizzato per la prima volta come annata 2000 e ora “firmato” in etichetta dall’enologo Giancarlo Tommasi. Un vino di fascia superiore, con cui l’azienda intende concentrarsi sul canale horeca che oggi genera metà fatturato mentre la restante metà appartiene al cosiddetto retail, nel quale Tommasi include enoteche, wine shop e una parte di introiti assicurati dalla grande distribuzione nel mercato interno. L’Italia assicura il 10% dei ricavi mentre l’estero, dominante a livello di incassi, vede nelle prime tre posizioni e con quote indicativamente paritarie gli Usa, il Canada e la Scandinavia. “Il futuro lo vediamo sempre più in Asia, dove possiamo contare sull’apporto di un export manager che ci gestisce il continente avendo sede a Hong Kong”, conclude Tommasi.