Il delivery ha messo il vento in poppa ai conti di This is not a sushi bar. La catena milanese da 4 locali a gestione diretta punta a chiudere l’anno a 2,2 milioni di ricavi contro 1,9 milioni del 2019, quando peraltro gestiva uno store in più. E il segreto, racconta a Pambianco Wine&Food il dg Emanuele Scalera, sta tutto nello sviluppo delle consegne a domicilio. “Oggi generano il 90% del nostro fatturato complessivo. Durante il lockdown, l’aumento è stato esponenziale”, precisa Scalera.
Il successo del modello di business impostato su piccoli locali da una decina di coperti e ad alta focalizzazione nel delivery ha spinto la società This is not, a cui appartiene il marchio, a lanciare un piano triennale da 100 aperture di franchising trovando un partner in Wm Capital, con cui ha raggiunto un accordo che, precisa Scalera: “Non comporta né un ingresso di Wm Capital nel nostro capitale né la creazione di una newco per il franchising. Loro ci accompagneranno nello sviluppo della rete, come partner tecnici, ottenendo in cambio una fee”.
L’accordo prevede un percorso di consulenza mirato a stabilire il corretto posizionamento del brand, massimizzare la customer experience, creare un format altamente duplicabile e allo stesso tempo non copiabile, con un elevato ritorno per gli affiliati. A tale percorso seguirà un piano di comunicazione sulla piattaforma Az Franchising della durata di 6 mesi. L’obiettivo, si legge in una nota di Wm Capital, è produrre e presentare sul mercato delle affiliazioni un’attività semplice da gestire ed allo stesso tempo attrattiva in termini di investimento iniziale e redditività.
“Il delivery passa da semplice appendice ad attività principale, mentre le attività tradizionali sono destinate a cedere il passo a forme disruptive di business a forte innovazione tecnologica dei processi, diffusi e resi disponibili a tutti attraverso schemi di licensing”, ha dichiarato Fabio Pasquali, amministratore delegato di Wm Capital.
La gestione del delivery in This is not a sushi bar è per l’85% affidata alle app esterne e per il 15% a gestione diretta tramite la propria flotta per le consegne. L’obiettivo a lungo termine prevede un riequilibrio della distribuzione, cercando di avvicinarsi alla metà delle consegne con mezzi propri nei locali a gestione diretta.