“Il leader della rinascita del vino italiano”. Così l’autorevole Wine Spectator, dando la notizia della sua scomparsa, ha definito Giacomo Tachis, l’enologo che ha “firmato” alcuni dei più grandi vini made in Italy tra cui i supertuscans Tignanello e Solaia, entrambi per Antinori, e Sassicaia per Tenuta San Guido.
Tachis è deceduto sabato 6 febbraio al termine di una lunga malattia. Aveva 82 anni. La notizia è stata comunicata via Twitter (“Il vino italiano perde il suo profeta”) da Paolo Panerai, editore e produttore in Toscana con Castellare di Castellina il cui enologo, Alessandro Cellai, era al capezzale del Maestro assieme a Ilaria Tachis. Vinitaly ha subito dopo annunciato che alla memoria di Tachis sarà dedicata la più importante degustazione della cinquantesima edizione della fiera.
Torinese di nascita, partendo da Alba, zona di Barolo e Barbaresco, Tachis ha contribuito a rendere la Toscana una terra di grandi vini internazionali attraverso una lunga collaborazione con Marchesi Antinori, di cui è stato direttore per 32 anni, e affinando quel blend bordolese che nel 1944 fu sperimentato per la prima volta a Bolgheri da Mario Incisa della Rocchetta e che sarebbe diventato Sassicaia. Dopo l’uscita da Antinori, è stato consulente per un numero consistente di aziende vitivinicole in Toscana, Sicilia, Sardegna e altre regioni, tra cui Argiano, Castello di Rampolla, Querciabella, Donnafugata e Argiolas. Per il vino italiano, Tachis ha rappresentato ciò che Gualtiero Marchesi ha rappresentato per l’alta cucina: il punto di svolta, l’uomo che ha offerto al suo settore un palcoscenico internazionale, prestigio e reputazione. “È una grande perdita – ha commentato Piero Antinori – compensata dal fatto che il risultato del suo lavoro continuerà a vivere nel futuro”.