Dispiacere da un lato, sollievo dall’altro. Il mondo del vino reagisce alla notizia della cancellazione di Vinitaly con sentimenti contrastati perché rinunciare per il secondo anno consecutivo non è certo una bella notizia, poiché la fiera veronese rappresenta il momento più importante dell’anno per la promozione, la presentazione e anche le vendite delle aziende coinvolte. Al tempo stesso, gli imprenditori vitivinicoli appaiono sollevati dall’idea di dover investire per partecipare a una manifestazione alla quale i buyer internazionali non avrebbero quasi certamente preso parte. Inoltre, la data fissata a giugno sarebbe risultata penalizzante, anche per ragioni climatiche, per quei territori legati a doppio filo con i vini rossi. Infine, con la pandemia in corso e la campagna vaccinale lontana dall’essere conclusa, un evento di massa come Vinitaly non sarebbe stato vissuto nella maniera più serena e l’immagine stessa della fiera ne avrebbe pagato le conseguenze. Così le dichiarazioni rilasciate dai maggiori esponenti del vino italiano riflettono questo “doppio sentimento” e già si punta a organizzare un Vinitaly 2022 come evento di rilancio internazionale del comparto.
“È un grande dispiacere l’annuncio del rinvio, ma la realtà della pandemia non lascia spazio ad ipotesi alternative”, ha commentato Sandro Boscaini, presidente di Federvini. Aggiungendo che: “Abbiamo difficoltà a programmare viaggi e contatti, avremmo difficoltà nell’accogliere gli ospiti negli stand, ma il secondo rinvio amplia il vuoto che Vinitaly lascia. Abbiamo necessità di contatti internazionali, abbiamo necessità di presentare i nostri prodotti e restare in contatto con il grandissimo numero di operatori nazionali ed internazionali che affluivano a Verona. Siamo certi che l’esperienza e la professionalità di Vinitaly, con l’aiuto di Ice Agenzia, possano essere di grandissimo aiuto per le nostre imprese, con formule e proposte da studiare rapidamente insieme».
“Comprendiamo e condividiamo le ragioni che hanno portato Veronafiere al rinvio della manifestazione di riferimento per il vino italiano – spiega il presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona – riteniamo però che sia fondamentale in questo difficile momento tenere acceso il motore della promozione e perciò appoggiamo l’intenzione di Vinitaly di sostenere il settore anche nel corso di quest’anno attraverso l’organizzazione di eventi mirati in favore del business e dell’immagine internazionale del vino tricolore».
Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc, auspica un intervento dell’esecutivo presieduto da Mario Draghi a sostegno del comparto vinicolo. “Il settore enologico è uno dei pilastri del successo del made in Italy nel mondo. Chiediamo al Governo di considerare il grande danno economico che questa decisione comporta e di prevedere aiuti concreti per mantenere alta la competitività internazionale del nostro settore fieristico”.
Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, “la decisione assunta da Veronafiere di posticipare al 2022 la 54ª edizione di Vinitaly va nella direzione suggerita dalla filiera del vino, ma soprattutto tiene conto del perdurare di una situazione di grave difficoltà generata dall’emergenza pandemica, che non ha ancora trovato una risposta risolutiva nella vaccinazione. Una scelta di responsabilità che condividiamo ampiamente”.
Dal Consorzio Valpolicella, ecco l’intervento del presidente Christian Marchesini: “Condividiamo la decisione e al contempo guardiamo con molto interesse ai progetti annunciati ieri da Vinitaly finalizzati al riavvio della promozione e al rilancio del vino italiano sia in Italia che sui mercati internazionali. Vinitaly è un motore fondamentale per il sistema Verona, per le aziende del nostro territorio e per l’intero comparto vitivinicolo”.
Gli fa eco Claudio Biondi, presidente del neonato super consorzio di tutela del Lambrusco: “L’idea di rinviare Vinitaly a settembre non sarebbe stata pensabile per le Cantine a gestione famigliare. Le nostre realtà di dimensioni minori in quel periodo dell’anno hanno tutte le risorse completamente assorbite nelle operazioni legate alla vendemmia e alla vita della cantina e non avrebbero quindi comunque potuto partecipare al Salone”.