La storica Libreria Milanese di via Meravigli è diventato un tea shop. Ad acquisire la gestione del locale è stata La Via del Tè, azienda fiorentina che sta gradualmente consolidando la sua presenza retail: si tratta infatti del secondo opening a Milano dopo il negozio in Brera, e poi si aggiungono il monomarca di Torino in via Carlo Alberto e naturalmente i tre di Firenze in in piazza Ghiberti (anche sala da tè), via della Condotta e a Palazzo Frescobaldi in via di Santo Spirito. Infine, c’è il corner all’interno di Rinascente a Roma.
“Apriremo sempre più punti vendita, perché oltre a essere vetrine di visibilità per il nostro brand, rappresentano uno strumento per diffondere la cultura del prodotto”, spiega a Pambianco Wine&Food Regina Carrai, figlia del fondatore Alfredo Carrai che nel 1961 lancia la sfida di introdurre in Italia il consumo e la cultura dei migliori tè del mondo, specializzandosi nell’importazione e distribuzione del prodotto a foglia intera. Sessant’anni dopo, la nuova sfida della famiglia Carrai consiste nel reagire alla crisi pandemica, che ha colpito anche il mondo del tè e in particolare una parte del business avviato dalla società nel passato. “Abbiamo sofferto all’estero e nei negozi presenti nelle città più turistiche, a cominciare proprio da Firenze, senza dimenticare la forte flessione delle vendite nel canale hotellerie e nella ristorazione. Questo calo è stato in parte compensato dal buon andamento delle vendite negli altri negozi. Alla fine dell’anno avremo chiuso con una flessione del 20% rispetto al 2019, quando avevamo fatturato 6 milioni di euro”.
Il negozio di via Meravigli non si limita alla vendita dei tè da foglia intera mono-origine (da Cina, India, Sri Lanka, Taiwan, Giappone ed Africa), ma come gli altri store di La Via del Tè propone anche miscele profumate, infusi di frutta e tisane e tutte le linee di prodotti a marchio La Via del Tè, comprese teiere, tazze e accessori da tutto il mondo e in vari materiali. “Aprire in questo momento un secondo negozio a Milano è stato un azzardo da pokeristi, ma abbiamo voluto rispettare gli impegni presi e dare, nel nostro piccolo, un segnale che crediamo nella ripartenza della città”, sottolinea Regina Carrai.
Del resto, prima del Covid, il tè stava offrendo soddisfazioni non solo come bevanda calda, ma anche come ingrediente per la cucina. “Quando mio padre ebbe l’idea visionaria di portare in Italia il consumo del tè di alta qualità, tutto era più difficile perché la cultura del tè non esisteva nel nostro Paese. Ora invece i consumatori sono attratti anche dalla versatilità e dalla valenza salutare del prodotto”.
Nel 2020 è cresciuto anche il business online, gestito direttamente dall’azienda con il proprio portale. Oggi genera circa l’8% dei ricavi. “Tutto sommato siamo contenti, nonostante le difficoltà dell’ultimo anno, perché abbiamo limitato i danni e garantito il posto di lavoro a tutti i nostri collaboratori”, conclude Carrai.