Quattro format per il retail, tra cui la risposta italiana a Starbucks e il neonato restaurant concept ‘La Mia Cucina da Massimo’ già testato in Romania. Ma anche tanti progetti di potenziamento nel canale strategico del food service (che oltre agli store in franchising comprende le forniture all’horeca), a partire dai piani per la Cina che debuttano con la partnership conclusa con il gigante Cafè de Coral, che servirà solo caffè Segafredo nei suoi 165 punti vendita fast food.
Massimo Zanetti Beverage Group sta vivendo un 2017 intenso, i cui frutti sono già parzialmente visibili nel risultato del primo quarter fiscale chiuso con un progresso del 7,1% per un giro d’affari consolidato di 233,6 milioni di euro, generato per quasi la metà nel continente americano in un trimestre caratterizzato da una dinamica particolarmente positiva per il sud Europa, che passa dai 48,1 milioni del 2016 al 57,7 del periodo gennaio-marzo 2017. Le principali notizie per il gruppo di Villorba (Treviso), quotato a Milano sul segmento Star di Borsa Italiana, riguardano le nuove aperture monomarca nelle varie formule di cui dispone, in particolare le caffetterie a marchio Segafredo Zanetti Espresso per cui, spiega a Pambianco Wine il direttore generale di MZB Group Pascal Héritier, l’agenda prevede in media oltre un’apertura a settimana. “Complessivamente, considerando tutti i marchi, siamo a circa 400 locali. Questa settimana, per esempio, inaugureremo una caffetteria a Erbil, nel Kurdistan iracheno. Segafredo è il brand leader del settore in Iraq e presto lo sarà anche in Iran, dove siamo pronti per inaugurare il primo punto vendita. Ma ci sono importanti novità per gli altri marchi”.
Da quale iniziamo?
Mentre in Italia si attende l’arrivo di Starbucks, noi stiamo investendo su un format acquisito nel 2005, Chock Full o’Nuts, che per diverse ragioni, a cominciare dalla fondazione nel lontano 1932 a New York, rappresenta la reale alternativa al gigante di Seattle. È talmente ‘ vero’ da essere già ora il più diffuso all’interno delle basi americane, da Aviano a Vicenza fino a Sigonella. Il primo luglio arriverà l’opening di Ravenna. Chock Full o’Nuts ha mantenuto poche insegne negli Stati Uniti, dove la formula della tradizionale caffetteria americana ha perso capacità d’attrazione come dimostrano i tentativi di differenziazione da parte di Starbucks… Il nostro obiettivo, una volta ritoccato il design per renderlo più ‘sexy’ e moderno, è potenziare la sua diffusione in Italia e in seconda battuta anche in Francia. Abbiamo già in corso cinque trattative per nuove aperture.
E nel food? Cos’avete in programma?
Il progetto pilota del format “La Mia Cucina da Massimo”, con cui vogliamo esportare la cucina emiliana nel mondo, funziona molto bene. Lo abbiamo aperto in Romania, a Timisoara, dove un frachisee ha risposto con convinzione e mezzi finanziari alla nostra proposta. Il secondo step è stata la creazione di due centri, uno a Vienna e l’altro a Brasov, per formare i futuri gestori di franchising. Ora siamo pronti per la seconda apertura sempre in Romania, a Brasov, che chiameremo La Cucina da Massimo 2.0, e per la terza che riguarderà Zurigo. Inizialmente pensavamo di limitare l’azione all’estero, come mezzo per diffondere l’appeal della cucina regionale italiana più famosa nel mondo, ma la risposta dall’Italia è stata tale da convincerci ad avviare gli incontri con diversi investitori interessati.
L’ultimo format di proprietà è Puccino’s. Che programmi avete?
Puccino’s è una rete di caffetterie fondata su un concept tipicamente inglese, con tanto di packaging ideato secondo il tradizionale sense of humor dei britannici, ma è piaciuto anche altrove, per esempio in Egitto dove sono stati aperti un paio di locali. Pensiamo che, con i dovuti adattamenti, sia perfetto per crescere in Asia.
Quali risultati vi aspettate dall’accordo con Cafè de Coral?
Parliamo di una società quotata a Hong Kong, con una rete di 400 locali di cui 165 a marchio Cafè de Coral che dovrebbero salire a 200 entro il 2020. Siamo i loro fornitori per l’area di Hong Kong, con la prospettiva di diventarlo per tutta la Cina. L’operazione prevede un consumo di 200 tonnellate di caffè nei 12 mesi. Ci hanno scelto come fornitori esclusivi perché volendo elevare il livello dell’offerta per diventare premium brand, la soluzione immediata consisteva nello stringere un’alleanza con un top brand come Segafredo. Al di là dell’affare economico, si tratta di una grande opportunità per diffondere la nostra brand awareness in Cina. Avere costituito una società con sede a Hong Kong è stato un investimento importante per poter concludere accordi simili, imponendosi sulla concorrenza. La Cina e l’Asia in generale, assieme agli Usa, è uno dei due mercati chiave per ottenere la crescita e consolidare la nostra strategia di brand globale.
Tornando al retail, quali sono i luoghi più interessanti per le aperture dei vostri format?
Stazioni ferroviarie, aeroporti e centri commerciali. In questi spazi, i cui proprietari sono desiderosi di inserire novità, è ancora possibile operare con profitto, mentre ormai nelle high street i costi degli affitti sono talmente alti che diventa difficile pensare di ottenere una redditività. È interessante notare che le prossime quattro aperture previste in centri cittadini riguardano locali in cui è lo stesso proprietario dei muri a diventare franchisee…