Ettore Nicoletto, amministratore delegato del gruppo Santa Margherita, parla di “investimenti imponenti” effettuati nel Chianti Classico. Negli ultimi quattro anni, la società controllata dalla holding Zignago e presieduta da Gaetano Marzotto ha speso nove milioni di euro per rafforzare e qualificare la propria presenza in una regione chiave per il vino italiano da esportazione. Alla tenuta da 171 ettari di Lamole (Firenze), acquisita nel 1993 e avviata dal 2005 a un percorso oramai completato di conversione all’agricoltura biologica e di autosufficienza energetica, si è infatti aggiunto il centro di imbottigliamento, conservazione e stoccaggio che sorge a Greti, nel territorio di Greve in Chianti, presentato ieri in anteprima alla stampa. Il centro sarà aperto al pubblico entro la fine del mese e ospiterà anche un wine bar con ristorazione, dove saranno esposti e acquistabili tutti i vini prodotti nelle tenute di Veneto, Toscana, Alto Adige, Sicilia e in Franciacorta, dove il gruppo controlla il marchio Ca’ del Bosco. “A Greti abbiamo accorpato e razionalizzato le fasi più importanti in un unico centro di lavorazione, con tecnologie all’avanguardia e che ci offrono la possibilità di raddoppiare l’attuale produzione annua di 800 mila bottiglie” dichiara Nicoletto a Pambianco Wine, precisando che la Toscana vale il 3% del fatturato consolidato, ma genera un valore ben più elevato in termini di immagine e notorietà. “Con questi investimenti abbiamo colmato l’iniziale gap tecnologico, agronomico e infrastrutturale. Oggi ci sentiamo all’avanguardia, in vigneto come in cantina, e siamo pronti a cogliere le sfide che ci attendono nel futuro”. I primi cinque mesi del 2015 sono in linea con l’ottimo risultato 2014, chiuso a 110,1 milioni di euro con un incremento del 7,8% sul 2013, ma nei prossimi mesi sono attese delle accelerazioni che dovrebbero garantire un ulteriore incremento a fine anno. Il gruppo è impegnato in un progetto “molto ambizioso” di potenziamento della propria filiale nordamericana, che dovrebbe diventare la base per commercializzare tutta la produzione, catapultando Santa Margherita sul podio delle aziende italiane per fatturato e redditività. Nicoletto conferma infine che il gruppo è pronto per una nuova acquisizione, mirata quasi certamente su un brand affermato nel mondo dei “rossi” e in una regione dove Santa Margherita ancora non è presente.