Gruppo Santa Margherita sale a 177,4 milioni di euro nel 2018, mettendo a segno una crescita del 5,1% sul precedente anno fiscale; a volume la crescita è stata dell’8,6%, superando la soglia dei 22 milioni di bottiglie vendute.
“Si tratta di un progresso significativo in un anno difficile per il settore, nel corso del quale l’export dei vini fermi ha perso complessivamente quota”, spiega a Pambianco Wine&Food Ettore Nicoletto, amministratore delegato del gruppo con sede a Fossalta di Portogruaro (Venezia). “E l’aspetto che a mio avviso va enfatizzato sono gli investimenti: 39 milioni nel 2018, 242 milioni dal 2005 a oggi, anno utilizzato come riferimento temporale perché risale ad allora il riassetto della compagine azionaria. Significa che il gruppo è sano, genera valore e una parte significativa dello stesso è stato reinvestito”. Nell’ultimo anno, in particolare, 17,4 milioni di euro sono stati destinati all’incremento della superficie vitata di proprietà.
L’export a oggi rappresenta oltre il 66% degli introiti con con Stati Uniti, Canada e Germania a guidare la classifica delle destinazioni. Gli Stati Uniti in particolare assorbono più di una bottiglia su tre e dal 2016 il gruppo opera con la società di importazione e distribuzione Santa Margherita Usa. “La nostra business unit – precisa Nicoletto – fa 100 milioni di dollari. Le dimensioni sono tali da spingerci a valutare anche un’acquisizione nel mercato statunitense, per cominciare a testare anche l’ambito direct consumer che sta diventando un nuovo canale di vendita. Non sappiamo bene dove porterà, ma abbiamo la sensazione che un player come Santa Margherita non possa non partecipare a questo test, cercando una base produttiva statunitense in un distretto vinicolo emergente”.
Al di là degli States, il gruppo presieduto da Gaetano Marzotto punta a ottimizzare gli investimenti conclusi nel 2017, Cà Maiol in Lugana e Cantina Mesa in Sardegna, che hanno portato a quota 668 gli ettari complessivi, con ben 515 ettari di proprietà, il 50% dei quali sono oggi a conduzione biologica.
“In prospettiva – conclude Nicoletto – ci faremo trovar pronti per rafforzare l’assortimento di marchi nazionali, aggiungendo altre regioni del panorama vitivinicolo italiano”. A oggi Santa Margherita Gruppo Vinicolo raggruppa dieci tenute in tra Veneto Orientale, Conegliano-Valdobbiadene, Trentino-Alto Adige, Lugana, Franciacorta, Chianti Classico, Maremma, Sicilia e Sardegna.