Continua la crescita del Gruppo Sabelli che si appresta a chiudere l’anno verso quota 160 milioni di euro, in crescita di circa l’8% sul 2020. Anno che, nonostante la pandemia, “è andato bene – racconta a Pambianco Wine&Food l’AD del gruppo specializzato nel mercato dei formaggi freschi, mozzarelle e burrate Angelo Galeati – perché la produzione di Sabelli è differenziata per prodotto e per canale, e se il food service è stato tragico, di contro la parte retail, rappresentata dal brand Sabelli e da private label, è andata molto bene, compensando i fatturati e quindi andando in leggero più sul 2019″. La parte food service genera circa 50 milioni di euro e i restanti, a parte una piccola parte di industria, sono generati dal retail, che lo scorso anno ha dato fondo a tutto il suo potenziale.
“Ad oggi – prosegue il manager – il retail è comunque in aumento con comparti che stanno crescendo molto, come burrate e stracciatelle dove continuiamo a innovare anche con l’inserimento di nuove referenze. Poi ci sono i comparti tradizionali come la ricotta che ultimamente stanno danno grande soddisfazioni soprattutto su take-away e gastronomia”.
In “sofferenza”, invece, la mozzarella, “che cresce poco”. Per quanto riguarda questo prodotto, Sabelli ne possiede di tutte le fasce grazie alle acquisizioni fatte nel corso del tempo. In primis Trevisana Latte, che al suo interno aveva Trevisana Latte ed Ekolat che ai tempi producevano prodotti che Sabelli non aveva, in quanto realizzava solo prodotto premium price e si posizionava sul mercato in una fascia molto alta. Un posizionamento che “poteva essere coerente con le burrate e stracciatelle, ma non lo era più con le mozzarelle, ormai diventate commodities”. Trevisana Latte, invece, era “orientata alla produzione private label delle mozzarelle e quindi era più industrializzata rispetto a Sabelli. Pertanto, tramite quello stabilimento, abbiamo completato l’assortimento delle mozzarelle: dal prodotto fatto all’estero in Slovenia con latte sloveno da Ekolat passando per una mozzarella fatta da Trevisana con latte italiano o europeo, fino ad arrivare a un prodotto con latte di raccolta del parco nazionale d’Abruzzo e Gran Sasso ad Ascoli Piceno estremamente artigianale”.
L’estero realizza circa il 10% del fatturato, e tra i mercati di riferimento ci sono Francia, Inghilterra, Austria, Svizzera. Repubblica Ceca, Grecia. “Stiamo crescendo soprattutto nel mercato europeo, che rimane interessato principalmente a burrata e mozzarella, con il nostro prodotto viene riconosciuto come uno dei migliori attualmente sul mercato”. Inoltre, “abbiamo avviato un’attività nel Far East, in Giappone e Corea, tramite il prodotto frozen, qui il cliente è molto difficile da prendere ma quando lo sia ha catturato si fidelizza in maniera rapida”. In America, infine, “siamo invece alla ricerca di un partner che ci possa coadiuvare nel mercato”.