Il dato più impressionante sul Prosecco docg di Conegliano e Valdobbiadene è relativo alla tipologia Rive, quella dell’agricoltura eroica lungo i ripidi pendii delle colline inaccessibili ai trattori, quella che il presidente del Consorzio di tutela, Innocente Nardi, ha definito come “espressione autentica del territorio”. Nel 2018, secondo il report annuale elaborato dal centro studi di distretto coordinato scientificamente da Cirve-Università di Padova, è aumentata a valore del 43,8 percento. E anche la tipologia più prestigiosa della denominazione, la subzona di Cartizze, mostra un trend in forte crescita, sfiorando la doppia cifra (+9,3%).
Queste accelerazioni hanno permesso alla docg del Prosecco di archiviare l’anno con un +3,8% complessivo di crescita a valore, per un giro d’affari di 160,1 milioni di euro, nonostante le difficoltà legate al calo produttivo del 2018, l’anno della gelata di aprile che ha compromesso buona parte del raccolto. La risposta è stata individuata nella qualità e nella valorizzazione delle tipicità territoriali. Un territorio che ora attende il verdetto dell’Unesco di inizio luglio, relativo alla candidatura delle sue colline a patrimonio dell’umanità. “Un atto dovuto verso chi si è spaccato la schiena per creare un territorio unico, e che tale deve essere consegnato alle generazioni future”, ha affermato il governatore del Veneto, Luca Zaia, aprendo la presentazione del rapporto economico durante Vinitaly.
Le vendite nazionali del Conegliano Valdobbiadene sono cresciute del 6,3%, mentre all’estero si stanno verificando progressioni a doppia cifra in mercati quali Cina e Hong Kong (+57% a valore), Australia e Nuova Zelanda (+18,5%) e Russia (+17,2%). Si osserva invece, con la sola eccezione del Benelux (+40%), un calo nei mercati consolidati dai quali, sostengono gli autori del rapporto, è stato verosimilmente ritirato il prodotto collocato in posizioni meno remunerative.
Il futuro del Conegliano Valdobbiadene sarà sempre più legato alla qualità, alla differenziazione delle sue referenze e alla valorizzazione degli spumanti. La parte legata al vino frizzante non spumantizzato è infatti in costante calo, in quanto non strategica, e anche nel 2018, nonostante un aumento del 10% circa come prezzo medio, ha perso quasi il 12% in valore complessivo. Su 90,6 milioni di bottiglie prodotte, 83,8 milioni sono spumante docg, 1,5 milioni Cartizze, 2,5 milioni Rive e appena 2,6 milioni frizzante docg. La differenziazione si arricchirà con l’inserimento delle due nuove tipologie ‘Sui lieviti’, per gli spumanti rifermentati in bottiglia, ed ‘extra brut’, per soddisfare chi ama il prosecco sempre più secco. Il Consorzio si è invece tirato fuori dalla partita legata al rosé, su cui sta puntando il Prosecco doc con la richiesta di una modifica del disciplinare per conquistare, con le bollicine, il mercato americano dei rosati oggi in mano ai produttori della Provenza.
Il presidente Nardi ha evidenziato, oltre all’aumento del valore intrinseco e percepito, quello della sostenibilità ambientale. “Dall’1 gennaio è stato vietato, in tutti i comuni della denominazione, l’uso del glifosate. Conegliano Valdobbiadene è la zona più estesa d’Europa ad averne bloccato l’impiego. Siamo un laboratorio di sostenibilità perché crediamo sia una strada dovuta per noi stessi, per i nostri figli e per i consumatori che ci scelgono”.