La crisi è ufficialmente alle spalle, almeno nel mondo della ristorazione. Ad affermarlo è il Rapporto Fipe, elaborato dall’associazione dei pubblici esercizi aderente a Confcommercio, che indica in 41 miliardi di euro il valore aggiunto del settore sottolineandone il ruolo trainante nella filiera agroalimentare italiana, più importante di agricoltura e industria alimentare.
Nel 2017, sottolinea Fipe, le famiglie italiane hanno speso per mangiare fuori casa oltre 83 miliardi di euro, il 3% in più rispetto all’anno precedente, mentre la spesa alimentare per la casa continua a scendere, per una flessione complessiva di 15,9 miliardi di euro registrata tra il 2007 e il 2016. Nello stesso periodo i consumi fuori casa sono aumentati di 2,4 miliardi di euro in Italia, diventata il terzo mercato europeo dopo Gran Bretagna e Spagna, ma i nostri competitor hanno perso entrambi quota (-11 miliardi di euro in Spagna e -3,7 miliardi nel Regno Unito) mentre l’Italia ha accelerato e superato il dato pre crisi. In crescita anche l’occupazione del settore, con oltre un milione di lavoratori attivi nei pubblici esercizi e un aumento del 17% rispetto al 2008. E se i prezzi risultano mediamente sotto controllo e per certi prodotti addirittura in calo, come nel caso della tazzina di caffè che secondo Fipe costa meno di un anno fa, uno dei punti negativi è legato alla produttività nel settore ristorazione e bar, scesa di sei punti percentuali rispetto al livello del 2009.
Il Rapporto Ristorazione di Fipe è stato presentato a Palazzo Castiglioni, sede di Confcommercio Milano-Lodi-Monza Brianza, con una dedica speciale alla memoria di Gualtiero Marchesi, mancato lo scorso 26 dicembre. “I numeri del Rapporto confermano un trend di ripresa che porta i consumi nella ristorazione al livello pre-crisi – ha commentato Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe – e anche sotto il profilo dell’occupazione, il nostro settore si conferma tra i pochi in grado di creare nuovi posti di lavoro”.