I primi colpi di ruspa al cosiddetto “ecomostro” del Chianti classico, una struttura abusiva piazzata proprio all’ingresso della via che da Greve in Chianti porta al cuore della denominazione, sono stati inferti sabato 4 maggio, alla presenza delle autorità locali. In quello stesso luogo, sorgerà una struttura in bio architettura progettata dall’architetto Spartaco Mori e realizzata dall’azienda biologica e biodinamica Querciabella, che l’ha acquisita all’asta lo scorso novembre per 350 mila euro: la sua offerta non ha avuto concorrenti perché nessun altro potenziale acquirente si è presentato. Entro quattro anni dovrebbero terminare i lavori, dando vita a un polo produttivo e logistico autosufficiente per almeno l’80% del fabbisogno energetico e che trarrà la restante energia da una rete produttiva basata su fonti rinnovabili, in linea con i principi che stanno alla base dell’attività di Querciabella.
“Siamo biologici dal 1988 e biodinamici dal 2000”, racconta a Pambianco Wine&Food il presidente di Querciabella, Sebastiano Cossia Castiglioni. “Vogliamo proporre da sempre un’agricoltura in armonia con l’ambiente, che non dev’essere considerato come una risorsa da sfruttare: in Querciabella non esistono conflitti né abusi. Per realizzare i nostri vini non utilizziamo sostanze animali in vigna e nemmeno in cantina. Chimica e modificazione genetica da noi sono al bando”.
L’intervento nell’area di 7mila metri quadrati dove è sorto l’ecomostro del Chianti classico non si limiterà alla riconversione in una struttura dedicata alla logistica, allo stoccaggio e allo smistamento dei vini prodotti da Querciabella. Nelle intenzioni dell’azienda, dovrebbe diventare un luogo aperto alla comunità, con la creazione di un’area verde pubblica collegata al centro di Greve attraverso il parco Oriana Fallaci, e anche la sede di un vigneto didattico sperimentale realizzato in collaborazione con alcune università. Inoltre, il polo logistico verrà messo a disposizione di altre aziende del territorio per limitare il traffico pesante nelle strade del Chianti classico, a beneficio dei due milioni di appassionati che frequentano uno dei territori più noti al mondo dal punto di vista enoturistico.
Roberto Lasorte, amministratore delegato di Querciabella, sottolinea la piena disponibilità delle banche nella concessione di finanziamenti per permettere la realizzazione del progetto, per il quale è stata messa a budget la somma di sei milioni di euro. “Questa sarà la porta d’ingresso in Chianti classico – racconta l’AD – e vorremmo che diventasse un punto di riferimento per molte altre aziende. Utilizzando il nostro futuro polo logistico, libereranno spazio per tutti quelli che a piedi, in bici o in e-bike, vogliono immergersi nella bellezza delle nostre colline e dei boschi dell’anfiteatro grevigiano. E lo faranno senza costi aggiuntivi, perché aver a disposizione un hub logistico comporta un risparmio per tutti, compresi gli spedizionieri che potranno effettuare un solo carico senza dover passare a ritirare i bancali di cantina in cantina. Una parte della struttura sarà gestita per la realizzazione di eventi legati al mondo enogastronomico con tanto di ristorazione, che però non sarà aperta al cliente finale”.
Querciabella produce circa 300 mila bottiglie di vini biologici, biodinamici e certificati vegan, per un giro d’affari che nel 2018 si aggira sui 2,5 milioni di euro. L’85% dei ricavi dipende dall’export, con gli Stati Uniti come prima destinazione e a seguire Russia, Giappone e Gran Bretagna. Chianti Classico e Riserva generano la metà della produzione.