L’aumento dei consumi di spumanti previsto per i prossimi tre anni sarà del 15% e il Prosecco si fa trovare pronto per placare una sete che, nonostante l’incognita Brexit (il Regno Unito era il mercato in maggiore espansione per le bollicine di Nordest), cresce in misura più che proporzionale.
Le due regioni coinvolte nella produzione, Veneto e Friuli Venezia Giulia, hanno autorizzato un ampliamento della superficie di 3 mila ettari, di cui 2444 in Veneto e 556 nel territorio friulano, portando così il potenziale viticolo della Doc Prosecco a 23.250 ettari. “Con questo aumento di superficie – ha dichiarato Vasco Boatto, direttore del Centro interdipartimentale dell’università di Padova – possiamo calcolare che la vendemmia 2019 consentirà di aumentare del 20% le bottiglie di Prosecco Doc rispetto all’annata 2016”. Quest’ultima presenta un potenziale produttivo a sua volta stimato in oltre 3 milioni di ettolitri contro i 2,6 milioni del già eccellente 2015.
Stefano Zanette, presidente del Consorzio di tutela del Prosecco doc, stima per la vendemmia 2019/20 una produzione tale da garantire l’immissione sul mercato di oltre 500 milioni di bottiglie, a cui andranno poi aggiunti i quantitativi assicurati dalle docg di Conegliano/Valdobbiadene e dei Colli asolani. “Nella scelta dei criteri di assegnazione delle superfici – sostiene Zanette – abbiamo deciso di favorire gli under 40 e le produzioni biologiche, per testimoniare che il Consorzio, sempre più fermamente, sta andando nella direzione della sostenibilità”.
Il Prosecco è reduce da tre anni straordinari e caratterizzati da un trend di crescita a doppia cifra nella commercializzazione (+24,2% nel 2013, +26,9% nel 2014 e +15,8 nel 2015), accompagnato da un incremento dei prezzi del prodotto finito e del valore dei terreni destinati a coltivazione di uve Glera.