Sono oltre 90 milioni le bottiglie di Prosecco superiore prodotte nel 2017 nella docg di Conegliano e Valdobbiadene. “Sono leggermente cresciuti i volumi e incrementiamo nella maniera auspicata anche il valore”, afferma a Pambianco Wine&Food il presidente del Consorzio di tutela del Prosecco superiore, Innocente Nardi. “Reputiamo sia la produzione limite per questo territorio e dunque la strategia non può che concentrarsi sulla qualità del prodotto”.
Un percorso, del resto, già avviato tra i colli del Prosecco superiore, come emerge dai numeri della ricerca “Benessere economico, sociale e culturale: obiettivi raggiunti e prospettive future”, curata da Sda Bocconi per il Consorzio intersecando i dati relativi all’area dei 15 comuni della denominazione. Alcuni esempi? Il reddito medio annuo è salito da 15.159 a 21.380 euro tra il 2000 e il 2015, in linea con la tendenza dell’intero Veneto, ma con una maggiore ricchezza accumulata in beni capitali.
Il giro d’affari del Prosecco superiore è di 492,5 milioni di euro, prodotto dalle 181 aziende appartenenti al Consorzio. L’analisi a cura di SDA ha approfondito anche la qualità della vita oltre alla ricchezza generata. Se infatti i livelli occupazionali sono in linea con il Veneto, soprattutto nella zona del Conegliano Valdobbiadene si registra un progressivo aumento dell’inclusione delle donne nel mondo del lavoro, con l’occupazione femminile in crescita dal 29,6% del 1981 al 41,7% del 2011. Anche l’incremento del livello di istruzione e di qualità delle competenze generate nel territorio è significativo. “Volevamo capire in che misura la produzione abbia inciso nelle vite delle nostre comunità e quindi quanto abbia restituito in termini di benessere diffuso. Siamo orgogliosi di poter evidenziare un progresso economico sociale costante negli ultimi trent’anni, addirittura in controtendenza rispetto alla crisi degli ultimi dieci”, sottolinea Nardi.
In prospettiva, il Consorzio punterà a diffondere la conoscenza del brand. “Dobbiamo far comprendere che sotto il nome Prosecco ci sono tre mondi distinti. E dobbiamo far capire la specificità del paesaggio e della produzione, riconosciuta dal 1969 e punto di partenza per l’evoluzione di una cultura del Prosecco”.