Il blocco della ristorazione pesa sui risultati del Prosciutto di Modena Dop. Nel 2020, i prosciutti marchiati sono stati circa 67mila (-2%), mentre le cosce avviate alla produzione sono state circa 60mila (-15 per cento). Allo stesso modo, le vendite hanno subito una flessione del fatturato pari al 12% a quota di circa 5 milioni di euro. L’andamento negativo, si legge nella nota del Consorzio di riferimento, che raggruppa oggi 10 produttori, “è da ascriversi principalmente al blocco del canale horeca per buona parte dell’anno, che ha comportato un calo in media del 35 per cento”. Meglio, invece, la grande distribuzione, dove il Prosciutto di Modena è presente prevalentemente con il formato vendita dell’affettato, che limita il calo al 2 per cento.
Anche i mercati stranieri hanno inciso negativamente sui conti del prodotto nostrano. L’export, che rappresenta l’8% del fatturato, ha infatti registrato una riduzione in media, sia nei Paesi europei (che rappresentato una quota del 43%) che negli Stati Uniti (primo mercato per export con una quota del 57%), del 30 per cento.
“Per il futuro – spiega la presidente del consorzio recentemente riconfermata Giorgia Vitali – i prossimi obiettivi sono costituiti, da una parte, dalla ripresa dell’attività di promozione all’estero concentrata soprattutto su Giappone, Francia, Germania, Usa e Canada”. Dall’altra, “dalla partecipazione a quelle fiere di settore che le aziende non presidiano ma dove, invece, la presenza del Consorzio di tutela si rivela vincente attraverso una positiva azione di scouting di nuovi mercati e canali di distribuzione”. Inoltre, “stiamo procedendo a modificare il nostro disciplinare di produzione, le cui ultime modifiche risalgono al 2010”.